“La nomina a Ministro dell’Istruzione di Valeria Fedeli, prima firmataria di un ddl su ‘introduzione dell’educazione di genere’, rappresenta un insulto alla famiglia e alla nostra civiltà, oltre che una grave forzatura in questa fase politica. Diffidiamo il ministro a intraprendere azioni nella direzione indicata dall’iniziativa di legge: se lo farà non staremo a guardare e agiremo di conseguenza per impedire la legittimazione della cultura gender”. E’ quanto afferma il coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, commentando la nomina di Valeria Fedeli al Ministero dell’Istruzione, prima firmataria del ddl 1680, depositato al Senato nel novembre del 2014.
“L’idea di introdurre la cultura gender nelle scuole e nelle università è raccapricciante – sottolinea Donzelli – nella proposta del Ministro Fedeli si definisce la ‘differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza’ uno ‘stereotipo’ e un ‘pregiudizio’. Si tratta dell’introduzione di un vero e proprio indottrinamento obbligatorio che, se adottato, correrebbe sulla strada spianata dalla legge Cirinnà: la parola ‘genere’ appare ben 48 volte. Senza contare che vengono previsti ‘corsi di formazione obbligatoria’ per docenti e personale scolastico: 10 milioni di euro di soldi pubblici andrebbero a finire alle associazioni Lgbt, le uniche che svolgono queste attività. E in totale la copertura finanziaria è valutata dallo stesso provvedimento in 200 milioni di euro. Faremo le barricate contro chi, dietro la finzione del governo di scopo o della condivisione, tenta di sventrare la cultura della famiglia con teorie strampalate – conclude Donzelli – si nasce maschio o femmina, non è possibile scegliersi il genere d’appartenenza”.