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“Un permanente conflitto istituzionale tra Camera e Senato. Questo lo scenario se prevalessero i Sì e il centrodestra vincesse le elezioni politiche: una contrapposizione che non agevola la democrazia, rallenta le decisioni e non semplifica la macchina amministrativa dello Stato”.
È quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli intervistato sulle ragioni del no.
“Se applicassimo oggi la proposta di Renzi, al Senato il Pd avrebbe una maggioranza bulgara del 75% e potrebbe mettere il veto sulla legge finanziaria, sulle scelte che il governo votato dai cittadini volesse intraprendere nei confronti dell’Europa, su nuove proposte di modifica della Costituzione e sulla legge elettorale. La democrazia finirebbe in trappola”.
“Alla luce della disponibilità del Governo di cambiare la legge elettorale, sarebbe finalmente il momento di introdurre le primarie per legge in modo tale che i cittadini possano decidere per le varie coalizioni in campo il candidato alla presidenza del Consiglio“.
“Crediamo che in caso di vittoria del no – ha concluso il capogruppo – in poche settimane si possa fare la nuova legge elettorale e poi andare al voto e consentire ai cittadini di scegliersi il presidente del Consiglio, facoltà di fatto sospesa da Mario Monti in poi”
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