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“Finalmente la Corte Suprema indiana ha fatto un passo indietro ed ha accettato l’avvio dell’arbitrato internazionale, un atto di rispetto delle regole  che l’Italia – e soprattutto i due nostri fucilieri di Marina – aspettano da più di tre anni e con il quale speriamo possa finalmente essere fatta chiarezza definitiva sulle dinamiche della vicenda. Riusciamo a vedere però solo un bicchiere mezzo pieno, in quanto, se da un lato l’arbitrato internazionale è un istituto giuridico  che rappresenta un momento vincolante per gli Stati che lo scelgono e quindi anche per l’India che sarà obbligata ad assoggettarsi alla pronuncia, dall’altro non risolve il problema dell’obbligo di rimanere in India per Salvatore Girone. Infatti il Cpa dell’Aja sarà chiamato a pronunciarsi sulla giurisdizione del caso marò e non entrerà nel merito delle accuse mosse contro i nostri fucilieri, per i quali permangono
dunque ancora le accuse di omicidio dei 2 pescatori di Kerala e l’ombra della futura detenzione per un periodo ancora incerto e lungo.” Queste le dichiarazioni di Tiziana Montinari, coordinatore Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime della Violenza di FDI-AN e di Cinzia Pellegrino, Responsabile Nazionale della Sezione Vittime dello Stato del Dipartimento, in merito alla decisione odierna dell’Additional Solicitor General of India sulla vicenda che coinvolse l’Enrica Lexie.

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