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“Qualche mese fa, dopo 35 anni dalla strage, la corte d’appello di Palermo vagliando meticolosamente le perizie tecniche ed escludendo ogni altra possibilità, ha attribuito definitivamente l’esplosione del Dc-9 Itavia alla collisione con un missile lanciato da un altro aereo.” Così Cinzia Pellegrino, Responsabile Nazionale per le Vittime dello Stato del Dipartimento Tutela Vittime della Violenza di FDI-AN.

“Quello che più importa dunque, in questo momento, è riconoscere finalmente le responsabilità dello Stato in questa dolorosa tragedia: il Dc-9 è stato abbattuto nel corso di una battaglia aerea e la sua rotta disturbata da veivoli militari di diversi Paesi tuttora da identificare. Ben comprendiamo le esigenze dello ‘stato di guerra’, ma le amministrazioni convenute avrebbero dovuto garantire l’assenza di ostacoli o pericoli per la circolazione aerea civile lungo la rotta assegnata e, comunque, adottare misure idonee a prevenire l’incidente (ad esempio non autorizzando il decollo del Dc-9 o il volo sulla solita rotta, o assegnando altra rotta per il volo di quel giorno)”

Prosegue Tiziana Montinari, Coordinatore Nazionale del Dipartimento, “Nel 2000 l’Italia firmava a Bruxelles la Convenzione relativa all’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, un’importante accordo che integrava e completava il quadro normativo per rendere più efficaci le formalità e le procedure di mutua assistenza giudiziaria tra i Paesi membri. Tuttavia, trascorsi ormai più di tredici anni dall’avvenuta firma di quest’importante Convenzione, l’Italia è tra gli unici 3 Stati a non averla ancora ratificata.

E’ assurdo, tenuto conto anche del clima di elevato allarme per la minaccia del terrorismo internazionale, non aver proceduto ancora all’esecuzione della Convenzione e a non aver neanche calendarizzato la discussione del DDL 1168 in Senato, laddove essa risponda, sostanzialmente, a una sempre più accentuata esigenza di collaborazione internazionale al fine di garantire un’efficace azione di contrasto alla criminalità.

Auspichiamo, pertanto, che il Presidente Grasso, visti anche il suo personale percorso di vita e la sua sensibilità verso alcune tematiche, solleciti il Senato al vaglio del disegno di legge nel più breve tempo possibile.”

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