DEPOSITATA PDL. Introduzione, in capo ai partiti, del principio di “responsabilità oggettiva” già conosciuto in ambito sportivo, in particolare per le società di calcio, chiamate a rispondere di comportamenti illeciti di propri tesserati, e addirittura della propria tifoseria.
È quanto previsto dalla proposta di legge depositata oggi alla Camera dei Deputati da Massimo Corsaro, parlamentare di Fratelli d’Italia.
“Tutte le norme, quelle vigenti e quelle attualmente in discussione in materia di lotta alla corruzione – spiega Corsaro – si occupano di definire le fattispecie di reato ed eventualmente inasprire le pene a carico del soggetto che delinque. Nessuno però si è sin qui occupato di coinvolgere la responsabilità dei partiti, le cui scelte nella formazione delle liste elettorali finiscono per condizionare la qualità stessa della rappresentanza politica ai vari livelli”.
“In particolare – prosegue Corsaro – sia l’attuale legge elettorale per il Parlamento, sia la proposta modificativa di cui si sta trattando (il cosiddetto “Italicum”), prevedono la composizione delle liste “bloccate” in cui sono di fatto le segreterie dei partiti a determinare a priori chi sarà eletto. É giusto quindi che i partiti siano chiamati a risarcire la Pubblica Amministrazione, nel caso in cui la propria scelta abbia consentito l’accesso alle Istituzioni di persone che siano poi condannate in via definitiva per i reati di corruzione, concussione, contro il patrimonio pubblico e la Pubblica amministrazione, e per i reati di mafia e coinvolgimento in associazione mafiosa”.
“La riconquista – conclude il deputato di Fdi-AN – del prerequisito di eticità e moralità nell’impegno pubblico é il primo risultato che tutte le forze politiche devono imporsi per tornare credibili agli occhi degli italiani. E questo comporta la necessità di alzare il livello di guardia nella selezione del,proprio personale, anche dando vita a procedure di controllo,e valutazione trasparenti al fine di garantire la miglior offerta possibile”.
Nel dettaglio, la proposta prevede che il partito che abbia candidato ed eletto persona successivamente condannata in via definitiva per i reati indicati, sia chiamato a rifondere lo Stato, a titolo sanzionatorio, versando una pena pecuniaria pari a 5 volte quanto la P.A. ha erogato al condannato nel periodo intercorrente tra la data di compimento del reato contestato e la pubblicazione della sentenza definitiva.
Da ultimo, la proposta prevede che la sanzione non sia comminata al partito che abbia partecipato all’attivazione dell’azione penale nei confronti della persona successivamente risultata colpevole dei reati ascrittigli.
Roma, 25 giugno 2014