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…NON NEGOZIABILE. SI’ ALLA RICOSTRUZIONE DEL CENTRODESTRA  MA SENZA PARTITO UNICO.“Abbiamo collaborato su campagne specifiche con tutti quei soggetti che la pensavano come noi.

Con la Lega abbiamo anche governato insieme. Certo, ha posizioni secessioniste che non condivideremo mai, per noi l’unità dell’Italia è un valore non negoziabile. Solo singole battaglie, nient’altro”. È quanto dichiara il capogruppo di Fdi-An alla Camera dei deputati Fabio Rampelli intervistato oggi sul Tempo.

A proposito dell’euro, Rampelli, che risponde alle critiche sollevate Gianfranco Fini, osserva: “Essere di destra non significa difendere a tutti i costi la moneta unica, ma solo gli interessi della nazione. L’euro non è un dogma ma uno strumento che può essere più  o meno efficace a seconda di come è gestito da Ue e Bce”.

Sulla soglia di sbarramento per le europee, il neocapogruppo puntualizza che si tratta di  “una soglia di sbarramento dichiarata illegittima dalle Corte Costituzionali di altri Stati come la Germania e la Spagna. Spero che anche in Italia la Consulta annulli questo vincolo che avrebbe senso solo in un sistema maggioritario. Appesa ci sarà la proclamazione la impugneremo”.

Secondo Rampelli  “ricostruire il centrodestra si può ma senza commettere l’errore del partito unico. Ci vogliono più soggetti, ognuno con la propria responsabilità. E poi sono necessari regole democratiche condivisi e luoghi di discussione in cui stabilire la linea politica. Regole attenzione per la selezione della classe dirigente. In democrazia sono i cittadini che devono decidere chi sono i candidati ai ruoli apicali. Quando l’Ncd non starà più in un governo di centrosinistra, sarà possibile ricreare una coalizione coesa con l’obiettivo di sconfiggere le sinistre”.

Sul destino del simbolo di An,  Rampelli puntualizza “A Fiuggi, con il recupero del simbolo di An dentro quello di Fratelli d’Italia abbiamo lanciato un segnale a tutte le frazioni in cui si era divisa la destra. In alcuni soggetti è prevalso l’istinto di conservazione all’impeto rivoluzionario da cui prendono vita nuovi fasi storiche. Hanno pensato più alla poltrona che all’identità culturale della sfida. È legittimo che Storace, che non volle entrare nel Pdl e che se ne andò addirittura da An ritenendola troppo moderata, finisca in Forza Italia. Poco comprensibile ma legittimo. Il simbolo di An, invece appartiene alla Fondazione e ne dispone l’assemblea dei suoi soci. Noi l’abbiamo avuto in uso per un anno e quando scadrà penseremo il da farsi”.

“Oggi – conclude il capogruppo-  Fdi-An riparte dalle campagne per sostenere le diverse proposte di legge, a partire da quella per l’elezione diretta del  Capo dello Stato. E poi lo scarica tutto  per rivoluzione il fisco e la reintroduzione del reato di immigrazione clandestina”.

Roma, 20 giugno 2014

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