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di Giorgia Meloni
23 aprile 2014

“Non dite che siamo pochi” che la battaglia è troppo grande per noi. Perché non vogliamo perdere il tempo d’una vita intera per aspettare le condizioni “più vantaggiose” per dare battaglia…”.

L’ho conosciuto personalmente, nel racconto quotidiano degli uomini e delle donne che hanno camminato con lui sullo stretto sentiero dell’impegno politico, attraverso i suoi scritti. Eppure, confesso di non aver mai letto quelle parole vergate nel lontano 1988 con cui ho voluto cominciare questo necessario ricordo di Guido Virzì. Le ho scoperte solo poche ore fa grazie a dei ragazzi che dentro la grande comunità della destra palermitana sono nati, cresciuti. E che grazie a quel cammino fatto insieme a Guido sono divenuti uomini e donne migliori. Italiani con la schiena diritta e siciliani fieri.

Non dite che siamo soli” perché da tempo abbiamo cercato l’unica compagnia che ci interessasse e ci potesse restare utile, quella della gente come noi che non intende restare in ginocchio a guardare l’ingiustizia che passa e che vince”.

 

Fin dalla nascita di questa Repubblica, non è mai stato facile “essere di destra” in Italia. Osservane i valori, diffonderne le idee, praticarne la quotidianità. È sempre stata una scelta controcorrente. Lo era ancora nel 1988, lo è stata molto meno negli ultimi vent’anni, è tornata ad esserlo oggi. Gioie e sofferenze, intuizioni ed errori, vittorie e sconfitte, si sono alternate freneticamente come le onde di un mare in tempesta. Ma gli scogli duri, taglienti contro cui si sono infrante sono sempre rimasti lì. Talvolta sommersi, talvolta asciugati dal sole. Ma sono sempre stati lì. Come te, Guido. Perché la bella politica è dappertutto e si fa in tanti modi diversi. Da consigliere comunale o da deputato regionale, da scrittore o da militante, la bella politica per gli uomini “vivi” è un’esigenza vitale. Battersi contro l’ingiustizia sociale, in ogni modo possibile, non è un vezzo o una professione, ma è una necessità. Come respirare o dissetarsi. Certo… vallo spiegare a un parlamentare che utilizza i soldi della gente per comprarsi un barattolo di nutella o un fuoristrada ultimo modello, perché fuori nevica. 

No, non vale la pena caro Guido, dai retta a me. Anzi, il fatto che ci sia un nemico così subdolo e vigliacco davanti ai nostri occhi ci infonde coraggio, ci fa sentire dalla parte giusta della Storia. Come lo sei sempre stato tu. Anche se spesso hai dovuto pagarne il prezzo.

Alla fine ciò che resta è il ricordo di quello che siamo stati. E delle parole che abbiamo usato per esserlo, fino in fondo. Anche per te, non spariremo come nuvole nella notte. Te lo promettiamo.

“E un giorno pioverà. Dite pure questo e siatene certi. Pioverà a dirotto. E fango, polvere, sporcizia e brutture saranno spazzate via. Dopo, i semi a lungo sepolti nel buio, potranno germogliare ancora. E mille fiori torneranno a sbocciare sulla nostra terra antica”.

A Dio Guido. Per sempre, presente.

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