fbpx

La longa manus di Marino su Acea costerà ai romani 8 milioni di euro in penalità. “Con la fiducia non si scherza: Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale vota no alla fiducia sul salva Roma Ter.

Ma si asterrà sul provvedimento finale perché non vogliamo che il malgoverno degli amministratori locali sia pagato dai cittadini”.E’ quanto ha dichiarato il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelliintervenendo in aula sulla fiducia al dl salva Roma. “In questo decreto- ha aggiunto Rampelli- si consente al sindaco Marino di intervenire su un’azienda di eccellenza quotata in borsa, l’Acea, azzerando il Cda per metterci suoi uomini di fiducia. Da una parte quindi i cittadini italiani devono finanziare il salvataggio di enti locali in dissesto, dall’altra però saranno costretti a pagare 8 milioni di euro di penale per modificare il cda di Acea. Un’operazione quindi in perdita che va ad aggiungersi al pesantissimoaumento della tasi. Il quadro della fiscalità locale che, secondo quanto riportato recentemente dal Sole 24 ha subito un incremento dell’84%, peggiorerà ulteriormente tanto da vanificare il bonus irpef previsto da Renzi”. “Quello che è inaccettabile – ha proseguito- è la disattenzione di questo governo nei confronti della Capitale. Un esecutivo guidato dall’ex sindaco di quella che fu la prima Capitale d’Italia tradisce il ruolo simbolo delle città Capitali. Nonostante il carattere riformatore dell’esecutivo,nessuna misura è prevista, né annunciata, per riformare lo status giuridico di Roma, sede di istituzioni nazionali e internazionali, della Città del Vaticano, centro mondiale della Cristianità, cuore di manifestazioni politiche e culturali, città con la maggiore estensione territoriale in Europa”. “È doveroso, dopo anni e anni di salvataggi e pannicelli caldi per il sindaco di turno, – ha concluso Rampelli- lavorare al conferimento di uno status giuridico che le garantisca un’autonomia statutaria, legislativa ed economica. E su questo Fratelli d’Italia-An si impegnerà per stimolare Renzi e il Parlamento a una proposta di riforma”. Roma, 10 aprile 2014

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social