Colore rosso rubino, profumo intenso, a volte etereo: il vino Nobile di Montepulciano e’ uno dei vini più antichi d’Italia, autentica eccellenza del territorio toscano.
Per trovare le prime notizie di questo vino bisogna risalire addirittura ai tempi di Carlo Magno. Corre l’anno Domini 789 e se ne parla nel Dizionario geografico fisico storico della Toscana, dove si cita appunto un terreno coltivato a vigna nel castello di Poliziano.
Il nome vino Nobile si trova invece esplicitamente citato per la prima volta nello stesso anno in cui muoiono il marchese Onofrio del Grillo, che ispirerà il celebre personaggio interpretato al cinema da Alberto Sordi e l’erudito Pico della Mirandola: il documento è dato 1787.
Sulla denominazione nobile circolano diverse teorie: viene denominato nobile in quanto acquistato dall’aristocrazia. Oppure, sostengono altri, il termine sarebbe relativo alla produzione vinicola, realizzata appunto da nobili.
Il vino nobile si identifica invece con il suo territorio DOC dal 1966. Da sottolineare che vanta anche il primato di prima DOCG d’Italia, nel 1980. Tuttavia, l’aspetto più affascinante del vino è il suo legame con il tempo e la pazienza. Coltivare le viti richiede infatti cura e dedizione. È risaputo come il tempo dell’agricoltura sia lento come lenta è l’arte di fare il vino. Attraverso l’attesa chi produce vino esprime in un certo qual modo la propria filosofia. Non va inoltre dimenticato che ogni vino possiede la propria anima inconfondibile e scoprirla emoziona chi possiede l’approccio giusto per farlo. Questo accade, per una misteriosa alchimia, soltanto se ci avviciniamo al vino pronti a meravigliarci di quello che scopriremo. Del resto, il detto in “vino veritas” manifesta un concetto per certi versi poetico: la verità che è racchiusa nel vino può essere svelata solo a chi si avvicina senza preconcetti. Perché il vino necessita di un approccio analogo a quello che va adottato per la pittura e la musica: occorrono attenzione, passione e umiltà.
La Sovrana bellezza siamo noi.