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“Grazie all’on. Mirko Tremaglia e al sen. Roberto Menia oggi in Italia abbiamo tre leggi scritte per gli italiani all’estero: l’Aire, il diritto di voto, l’8 agosto con il ricordo Marcinelle. Tremaglia ci insegnò che la prima nostra azione per gli italiani nel mondo sarebbe stata quella di agire al di sopra delle parti”.

Così il Presidente del Ctim, Vincenzo Arcobelli, celebrando il 55mo anniversario della fondazione del Ctim, che venne costituto nel 1968 da Mirko Tremaglia, Damiano Capotondi, Donatella Gila, Ornella Gila, Roberto Innocenzi, Carlo Lattanzi, Franco Massobrio, Millo Milletti e Marcello Nardi.

Fin dalla sua costituzione si è sempre distinto per il suo impegno a favore degli Italiani che vivono fuori dai confini della Madrepatria. Tale impegno si iscrive nel quadro della battaglia decennale della Destra Italiana per il riconoscimento dei diritti degli Italiani all’estero, primo fra tutti l’esercizio del voto in loco, battaglia condotta in Parlamento dall’On. Mirko Tremaglia, ‘padre’ del Ctim e ministro per gli italiani nel mondo. Tra le importanti conquiste a cui ha portato questa battagliava menzionato il censimento degli Italiani nel mondo e l’istituzione dell’Anagrafe degli Italiani all’Estero (AIRE).

Secondo il sen. Menia, Segretario Generale del Ctim, questo anniversario si inserisce in un quadro complessivo molto particolare, alla luce delle innovazioni su cui il governo sta lavorando, ovvero “l’introduzione del voto elettronico per gli italiani all’estero e la correzione delle modalità di assegnazione dei seggi in ragione proporzionale sull’intera circoscrizione estero, in linea peraltro con lo spirito dell’attuale legge elettorale nazionale”. Lo prevede un disegno di legge presentato a Palazzo Madama dal senatore di Fratelli d’Italia e illustrato lo scorso 21 giugno alla presenza del Presidente del Senato Ignazio Larussa, del capogruppo di Fdi Lucio Malan e dei vertici del Ctim.

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