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“Nella ricorrenza del ritrovamento del corpo senza vita  del presidente Aldo Moro ci ritroviamo ancora oggi, nel 45º anniversario, a commemorare lo statista e l’uomo, la sua originale traiettoria politica e la sua esemplare umanità. Parabola terrena interrotta dalle Brigate Rosse che per oltre  un decennio hanno tenuto in scacco gli italiani, finché lo Stato non è sceso in campo con tutta la sua forza per stroncarne il germe malefico. Centinaia sono le vittime del terrorismo, le personalità più celebri vittime della sua ferocia hanno probabilmente fatto scattare la molla dell’orgoglio e determinato la sua sconfitta. Ma vale la pena immergersi anche nelle tante piccole storie di vite spezzate negli Anni di piombo, meno altisonanti ma socialmente rilevanti, che non hanno avuto né avranno giustizia, a cui possiamo almeno consegnare la verità storica di quelle tragedie, come sono maturate, chi e perché le ha foraggiate, chi ha guidato la strategia della tensione, da dove sono arrivate le armi, soprattutto quelle da guerra. A tutti i martiri di quella carneficina crudele e alle loro famiglie giunga il mio raccoglimento, la mia preghiera e tutta la gratitudine possibile per aver vissuto ‘pericolosamente’ ovvero in fedeltà ai propri ideali”.

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli.

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