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“Per la prima volta dopo decenni c’è un governo che ha capito la centralità strategica del mare e vuole mettere questo ‘dominio blu’ a disposizione dell’Italia. Non c’è casualità nelle prime visite del presidente del Consiglio Meloni in Libia, Egitto e Algeria. Come non è casuale il confronto con Bruxelles sulla centralità del Mediterraneo sia come difesa dei confini per la gestione dei flussi migratori sia per l’approvvigionamento energetico. E non è casuale che il governo italiano ponga attenzione agli arenili e alle coste per difendere l’eccellenza italiana che non ha eguali in Europa. Quando si parla di Bolkestein  sfugge ai più il principio che la concorrenza si deve basare su parità, reciprocità ed equità. Queste condizioni non esistono in Europa: basti considerare che il 60 per cento degli Stati UE non ha spiagge balneabili. In questo caso come si garantisce la reciprocità, quali altri beni vengono messi nel paniere dalle altre nazioni settentrionali? L’altra parte è legata all’equità: dal punto di vista fiscale le aziende italiane lavorano con un peso fiscale molto maggiore rispetto alle altre nazioni Ue. Questa disparità rende la concorrenza sleale, altro che libera. Gli incontri di sistema che si sono susseguiti fin qui sull’economia del mare contribuiscono a fornire al governo, al ministero del Mare e al costituendo organismo interministeriale per il Mare, informazioni e criticità sulla quali lavorare per i prossimi decenni”. E’ quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo al convegno ‘Economia del Mare, il Mediterraneo come volano della ripartenza del Paese’ organizzato dall’avvocato Giuseppe Cavuoti della Cg  General Consulting Network. 

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