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“La battaglia contro il commercio elettronico non è un fatto ideologico ma rappresenta la necessità di una riscrittura delle regole economiche e fiscali all’insegna dell’equità e della concorrenza leale. Concordo quindi con le preoccupazioni del ministro Salvini rispetto  all’assenza di un sistema normativo europeo che consenta agli Stati Ue di tassare adeguatamente colossi multimiliardari come Amazon o anche Ota (on line travel agencies) come Booking.com. L’Italia genera i tre quarti dei suoi profitti e paga al nostro sistema tributario poche  centinaia di migliaia di euro.  È giusto tutto questo? No non lo è e non soltanto perché questi giganti godono di una forza mostruosa che spazza via i negozi di vicinato ma anche perché eludono impunemente il fisco italiano. A questo punto, alla vigilia del Natale, con gli Stati nazionali disarmati e il commercio di strada soppiantato da una tassazione insopportabile quanto impossibile da portare ai livelli dell’e-commerce, l’unica reazione può essere solo quella di invitare i cittadini a fare la spesa presso le botteghe di quartiere, ignorando i giganti multinazionali del web. Per Natale comprare italiano in negozi italiani. Almeno finché le tasse di Amazon non siano identiche a quelle di ogni altro commerciante”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia. 

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