È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia ad Agorà.
Sulle iniziative a Predappio, Rampelli respinge qualsiasi tentativo di “accostamento al governo di centrodestra e men che mai a Fratelli d’Italia. Ci sono stati fior fiore di sindaci comunisti – ha osservato- che hanno approfittato di queste date per fare economie locali. Piuttosto non capisco il motivo per cui nel corso della manifestazione di Enrico Letta a piazza del Popolo ci siano state persone che hanno dichiarato la loro nostalgia per il comunismo, esibendo bandiere dell’Urss senza che nessuno dell’organizzazione del Pd sia intervenuto per farle rimuovere. Nelle nostre manifestazioni i nostalgici vengono accompagnati alla porta, altro che Predappio”.
Sulle future iniziative anti-pandemiche del governo il vicepresidente precisa: “Intanto non stiamo più in stato di emergenza da sei mesi. Dobbiamo rassicurare le persone e lavorare sulla prevenzione. La stragrande maggioranza degli italiani si è vaccinata pur senza obbligo, questo significa che si può lavorare sulla prevenzione e persuasione, c’è spazio per convincere gli scettici e sarebbe utile che l’Italia ridesse vigore al progetto di varo di un nostro vaccino. Dobbiamo anche valutare che l’aggressività del virus è diminuita insieme all’indice di contagio. Le mascherine verranno ancora indossate nei luoghi sensibili, ospedali e RSA in testa, a proteziine dei più fragili, mentre i medici non vaccinati – giustamente colpiti dalla sospensione dal lavoro e dallo stipendio per non aver rispettato la legge – saranno reintegrati con 60 gg di anticipo rispetto alle previsioni del vecchio governo semplicemente perché c’è una grave assenza di medici e operatori sanitari e i cittadini pagano le tasse e hanno diritto a essere curati”.
“Se oggi – ha aggiunto il vicepresidente – gli italiani possono godere del diritto di cura è grazie ai medici e agli infermieri che fanno letteralmente i salti mortali sacrificando se stessi per garantire la salute di tutti. La scarsezza di operatori sanitari ha molte cause, tra queste c’è anche il numero chiuso nelle facoltà di Medicina che personalmente ritengo debba essere rimosso dotando le università di strumenti idonei per garantire adeguata formazione e specializzazione. La selezione a mio avviso avviene naturalmente nei corsi di laurea, chi non studia molto semplicemente non progredisce. Nella scorsa legislatura avevo presentato una mozione per abolire il numero chiuso, fosse stata approvata oggi non staremmo a chiedere medici da Cuba. Vanno scrostati certi veti messi da autentiche caste conservative che non si fanno carico dei problemi della comunità”.
“In sostanza – ha concluso – bisogna cambiare l’approccio e respingere questa veemenza con cui si parla ancora del Covid. Non stiamo più a due anni fa ed è anche giusto ricucire gli strappi e i traumi dolorosi di questo periodo anziché investire sulle contrapposizioni”