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L’intervista di Giulia Cerasoli

«Anche io, come Sanna Marin, penso che una donna premier abbia il diritto di avere una vita normale, che non ci sia nulla di male nel ballare a una festa privata con le amiche. Da ministro della Gioventù ho rifiutato la scorta e guidavo la mia auto personale: se dovessi approdare a Palazzo Chigi questo non sarebbe più possibile, ma non rinuncerei alla mia vita, a vedere crescere mia figlia come gli altri bambini, costringendola a un’esistenza blindata o di grandi sacrifici».

Giorgia Meloni è nell’occhio del ciclone, come obiettivo numero uno di una campagna elettorale spietata – di cui è la protagonista più accreditata e la candidata favorita: Fratelli d’Italia ha superato il 24% nei sondaggi, mentre il Partito Democratico è al 22 – che domina con la forza di una leonessa in completino blu e sandali piatti. Donna, giovane, di destra e vincente, non poteva certo aspettarsi altro: e così vive come un diversivo gli scatti per “Chi” con i capelli al vento, in bilico sul tetto del suo ufficio alla Camera dei Deputati, e si concede a riflessioni politiche ed esistenziali.

Se le cose dovessero andare come sembra, potrebbe essere la prima donna premier in Italia. È pronta? «Mi sono sentita spesso inadeguata, a dire la verità, e a volte tutto mi sembra più grande di me. Ma sono un soldato, io, una combattente. Combatto e sono sicura che la gente ci seguirà. Verrà a votare».

Quindi è tranquilla? «Mai stata tranquilla, nemmeno per l’esame di maturità: figurarsi adesso, in questa situazione complessa e compromessa, di enorme responsabilità. Abbiamo il problema del lavoro, una guerra nel bel mezzo dell’Europa, il Covid che incombe, il debito pubblico che aumenta e le sanzioni alla Russia con i costi energetici alle stelle… Non sappiamo a che cosa ci porterà tutto questo. Nessuno al mondo si potrebbe sentire tranquillo nel sedersi a Palazzo Chigi per governare il Paese».

Draghi c’era e non è certo scappato: anzi, sta ancora lì… «L’uomo solo al comando non dura. Ho un rapporto franco e di stima con il presidente Mario Draghi e lo avevo avvertito pubblicamente, quando chiese la fiducia, di come sarebbe finita. Questo Parlamento è il peggiore di sempre. Noi, che siamo dei patrioti, alla fine, pur non cedendo un millimetro di opposizione, siamo stati più leali di chi lo applaudiva in pubblico e lo boicottava in privato. Non abbiamo condiviso la scelta del presidente Mattarella, perché era il Parlamento a dovere essere cambiato».

Lei ha sbaragliato tutti i suoi colleghi, dimostrando grande padronanza dell’inglese in un’intervista alla tv americana… «Ho sempre amato le lingue: avrei voluto studiare da interprete, ma, non avendo le possibilità economiche, mi sono iscritta all’Istituto tecnico per il turismo, dove ho studiato inglese, francese e tedesco. Lo spagnolo l’ho imparato alle Canarie, dove viveva mio padre. L’inglese l’ho perfezionato con la musica e guardando i film in lingua originale». 

Che un’esponente di destra sia la prima donna a diventare premier sarebbe uno smacco per la sinistra, che si dichiara femminista da sempre? «Le donne di destra interpretano la parità come una sfida e non come una concessione. Noi sappiamo che, qualunque sia il nostro sesso, nessuno ti regala niente. Sto al gioco degli uomini e non ho mai accettato il principio di ricevere un trattamento diverso perché donna, perché voglio raggiungere i miei obiettivi grazie alle mie capacità e non per il genere. Anche perché sono con- vinta che le donne abbiano delle capacità distintive che possono fare la differenza».

Vuole dire che a destra siete più attenti al merito? «A destra siamo stati abituati a guadagnarci ogni singolo centimetro con il sacrificio, e non potevamo permetterci di scegliere le persone in base al sesso: le sceglievamo in base al valore».

Torniamo a Sanna Marin… «È giovane, bella, fa il premier e sta prendendo decisioni politiche importanti per il suo Paese: forse l’attaccano per questo. Anche se poi si salva perché è socialista. Vorrei proprio vedere se la sinistra difenderebbe me nella stessa situazione…».

Qual è il suo modo di esercitare il potere? «Ci sono due modi di farlo: con l’esempio o con la paura. Io ho preferito il primo. Se ti chiedo di fare una cosa per me, vuoi dire che io l’ho fatta già 20 volte».

Se diventerà premier, come si organizzerà con sua figlia Ginevra? «Le donne si organizzano sempre. Non rinuncerò a nulla di ciò che riguarda mia figlia. Basta guardare Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha sette figli, o Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, che sta crescendo quattro maschi».

Ha paura? «Mi capita di avere dubbi e paure, ma più sulla vita che sul lavoro. Mi sono sempre impegnata, ho fatto molte rinunce personali. ne farò ancora di più perché penso che ne valga la pena per questa nazione. Eppure, magari, alla fine mi tireranno i pomodori».

In questa campagna i colpi bassi non sono mancati. Soprattutto dal Pd. «Prendiamo la polemica sul video dello stupro, che è girato su vari siti e giornali: tutti hanno parlato di me invece che del violentatore. Un’opera di distrazione di massa. La sinistra non ha identità, ne argomenti, le rimane solo la demonizzazione dell’avversario con il suo sistema di potere».

I suoi critici affermano che lei è preparatissima, ma ha una classe dirigente inadeguata… «Prima ero io quella inadeguata, ora lo sono i miei. Ma gli altri non si conoscono perché in tutti questi anni in tv hanno invitato solo me. Non penso si possa davvero sostenere che da sola ho preso un partito dal niente e l’ho portato in vetta alle classifiche. Siamo i più seri di tutti».

Sta cambiando casa e ha cambiato stile, più femminile… «Quello che indosso parla di me. Sono più attenta ad acquistare capi made in Italy da aziende che magari devono farsi conoscere. Quando indosso qualcosa mi piace sapere chi c’è dietro: e ci sono storie incredibili dietro questi imprenditori. Posso dare una mano a loro e al marchio indossando solo abiti italiani».

Sta uscendo la serie tv tratta dal ‘Signore degli Anelli’, un libro che è alla base della sua formazione. La seguirà? «Il film l’ho visto in aereo, la serie la seguirò di notte».

Le prime cose di cui si occuperà se vincerà le elezioni? «Emergenza energetica e costo del lavoro. Adeguamento dell’assegno unico per la famiglia e legge di bilancio».

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