fbpx

Gentile Direttore,
da giorni si discute della proposta di Fratelli d’Italia di una possibile revisione del PNRR, come previsto dai regolamenti comunitari e attraverso un accordo con la Commissione europea, in funzione delle mutate condizioni economiche e sociali che stiamo vivendo e delle priorità che abbiamo davanti. Di questa proposta, contenuta anche nel programma del centrodestra, se ne è parlato a volte in modo impreciso, altre in maniera strumentale, agitando lo spettro che se accadesse l’Italia addirittura perderebbe le risorse europee. Non è così e ci tengo a fare chiarezza. La proposta di revisione del PNRR è stato uno dei punti centrali della Conferenza programmatica che FdI ha celebrato a Milano: ritenevamo, infatti, che il PNRR italiano modulato sulla crisi economica dovuta alla pandemia, approvato in Parlamento nell’aprile 2021 senza nessun confronto e poi vagliato definitivamente dalla Commissione UE nel luglio 2021, non rispondesse più per alcuni aspetti alle esigenze e alle priorità economiche e sociali emerse dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Interi settori produttivi e industriali italiani, già provati dal Covid, si sono infatti ritrovati improvvisamente ancora più in affanno e priorità nuove sono emerse, dall’approvvigionamento energetico all’emergenza idrica. Di qui la necessità di una revisione del PNRR, dando seguito ad una proposta oggetto di riflessione nel mondo imprenditoriale e produttivo e all’interno del collegio dei Commissari europei. Il PNRR è uno strumento prezioso per l’Italia. Parliamo di 191 miliardi, di cui 69 a fondo perduto e gli altri 122 a prestito. Un peso che rischia di gravare soprattutto sui nostri figli, che potrebbero pagare il prezzo di eventuali scelte sbagliate. Purtroppo, siamo in forte ritardo nell’attuazione di alcuni interventi. Non è Fratelli d’Italia a dirlo, ma lo stesso ministro dell’Economia Franco in una audizione parlamentare: dei circa 15 miliardi che dovevano essere spesi al 31 dicembre 2021 ne sono stati spesi solo 5,1, molti dei quali su progetti già in corso e rifinanziati (direttrici ferroviarie, bonus 110% crediti di imposta vari). In uno suo studio, poi, l’ANCE sostiene che su 783 progetti presentati solo il 17,7% ha un progetto esecutivo (che consente di avviare i lavori); quasi il 67% ha solo il progetto di fattibilità tecnica ed economica. Senza contare che il 73% dei progetti candidati e/o finanziati non è stato aggiornato rispetto all’aumento dei prezzi delle materie prime. Infine, nella sua relazione, la Corte dei Conti ha messo in evidenza una serie di criticità che mettono a rischio l’impatto del PNRR sul PIL, che al 2026 scende dal 3,6% al 3,2%. Dunque, la revisione del PNRR dovrà essere una priorità del prossimo Governo. Parliamo di un’opzione consentita dall’art. 21 del Regolamento n. 2021/241 di attuazione del Next Generation EU, il quale prevede che in presenza di “circostanze oggettive lo Stato membro interessato può presentare alla Commissione una richiesta motivata affinché presenti una proposta intesa a modificare o sostituire le decisioni di esecuzione del Consiglio”. Fratelli d’Italia è consapevole dell’importanza del PNRR e sa bene che queste risorse non possono essere sprecate, come è successo troppe volte con quelle ordinarie europee. Se il 25 settembre gli italiani ci daranno la loro fiducia e il mandato per governare la Nazione, è nostra ferma intenzione – nel rispetto del Regolamento europeo del Next Generation EU e d’intesa con la Commissione – creare le condizioni perché le risorse del PNRR favoriscano concretamente la crescita, l’innovazione e lo sviluppo dell’Italia.
Giorgia Meloni
Presidente di Fratelli d’Italia

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social