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“Come giustifica il governo il ristoro integrale dei minori incassi ai concessionari autostradali, senza la soglia minima del 33 per cento del calo del fatturato, senza il tetto del 10 per cento per le aziende che superano i cinque milioni di fatturato, senza limiti al contributo – che per la sola Aspi, per i soli primi quattro mesi del 2020 ammonta a 542 milioni – condizioni che la legge applica a tutti gli altri soggetti, i quali vengono costretti a finanziare direttamente tali ristori?

Lo ha dichiarato nel corso del question time il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan.
“Di tante giravolte che ho visto – sottolinea Malan – la risposta del ministro Giovannini alla mia interrogazione le batte tutte. Per iniziativa di un dirigente del suo Ministero, preposto alla Direzione generale di vigilanza sulle concessioni autostradali, ci troviamo di fronte ad un ristoro integrale che rappresenta una macroscopica disparità di trattamento rispetto agli altri settori, atteso che ASPI ha subito una riduzione degli incassi rispetto al 2019 pari al 26,2 per cento nel 2020 e al 7,4 per cento nel 2021, ben sotto la soglia minima del 33 per cento prevista dal decreto ‘Ristori'”.
“Ad ASPI – osserva Malan – in contrasto con le norme generali, il dirigente del Ministero competente ha dunque già garantito una sorta di immunità rispetto all’andamento dell’economia reale, che nel 2020 ha visto scendere del 9 per cento il PIL; lo stesso regime, secondo le indicazioni del dirigente, andrà applicato a tutti i concessionari autostradali, benché, a differenza di molte attività che i provvedimenti del Governo hanno chiuso per mesi, abbiano continuato ad operare, fruendo anche di eccezioni per le loro aree di servizio rispetto alla chiusura di bar e ristoranti”.
“Chiedo – conclude Malan – se il Ministro sia a conoscenza dell’operato di questo suo dirigente e  se ne approvi l’azione, ne chiedo l’immediata rimozione e presenterò un esposto alla Corte dei Conti perché a pagare le conseguenze di queste decisioni sono sempre i cittadini, vessati ancora una volta da prese di posizione scellerate”.

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