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“Il governo deve intervenire per sbloccare il meccanismo di cessione dei bonus edilizi, è a rischio la tenuta di migliaia di imprese artigiane che rischiano il fallimento per crisi di liquidità, con nefaste ricadute sui livelli occupazionali”.
Lo chiede in un’interrogazione al governo il senatore di Fratelli d’Italia Gaetano Nastri, vicepresidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama.
“Il comparto edile e artigiano del nostro Paese – osserva Nastri – versa in condizioni di forte criticità, non più sostenibili nemmeno nel brevissimo periodo. La cifra dei crediti edilizi non accettati dalle banche, secondo le stime del Governo, ammonterebbe a 5 miliardi di euro, mentre secondo la Confederazione nazionale artigiana, sarebbero pari a 2,6 miliardi i crediti fiscali relativi al Superbonus 110 per cento anticipati, attraverso lo sconto in fattura, che le aziende non riuscirebbero più a incassare. A fronte di queste cifre, sempre la Cna parla di 33mila imprese artigiane a rischio fallimento, con una potenziale perdita di 150mila posti di lavoro, di oltre 60mila aziende che, pur avendo un cassetto fiscale pieno di crediti, si trovano oggi senza liquidità. Quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori; il 30 per cento rinvia tasse e imposte; una su cinque non riesce a erogare gli stipendi”.
“Tale scenario – sottolinea Nastri – è il risultato, tra l’altro, delle continue restrizioni applicate al Superbonus 110 per cento in numerosi e successivi interventi di modifica da parte del Governo e della maggioranza. Dal mese di maggio 2020 ad oggi sono infatti intervenute oltre 13 modifiche normative della misura, che hanno portato a un incomprensibile e contraddittorio mutamento delle regole dell’incentivo, creando forti disagi per cittadini ed imprese”.
“Molti privati – conclude Nastri – si ritrovano in uno stato di incertezza, in quanto non possono più cedere il credito al raggiungimento degli stati di avanzamento dei lavori successivi alle modifiche normative che hanno bloccato il meccanismo. Questo ha comportato, al contempo, che molti condomini hanno dovuto sospendere i lavori iniziati da molto tempo, senza avere alcuna certezza sul prosieguo futuro dei lavori, e con il rischio di superare i termini previsti a livello legislativo per fruire delle agevolazioni. Per riparare alla gravissima situazione fin qui esposta, servirebbe, come già avvenuto in passato, un rifinanziamento dell’incentivo e una proroga di tempo per effettuare le cessioni del credito maturato agli istituiti bancari”.

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