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“A furia di inspiegabili ritardi e la sottovalutazione dei rischi collegati all’elevata infettività del virus della Peste Suina Africana, nel Lazio si sono registrati due casi di maiali infetti. L’Europa aveva tempestivamente chiesto all’Italia un Piano di Emergenza specifico dopo i primi casi di cinghiali trovati morti in Piemonte e Liguria”. Così in una nota l’eurodeputato di Fratelli d’Italia- Ecr e componente la commissione Ambiente del Parlamento europeo, Pietro Fiocchi. “Anziché attenersi scrupolosamente alle linee guida del Protocollo specifico Ue, peraltro già applicato con successo in Belgio e Cecoslovacchia con l’abbattimento dell’80% della specie, il Piano è rimasto al palo. I cinghiali continuano ad invadere i centri abitati, persino le spiagge, solo da poco tempo è in corso la posa dei recinti per contenerli e le gabbie ai cassonetti. A mali estremi, estremi rimedi, non c’è animalismo che tenga con le proposte più balzane come la sterilizzazione, se vogliamo salvare gli allevamenti e la filiera alimentare ad essa collegata, in gioco vi sono 20 miliardi di Euro. I cacciatori italiani possono dimostrarsi una risorsa determinante per il contenimento di questa specie invasiva, operando in modo gratuito e volontario coordinati dalle Autorità competenti per l’eradicamento della PSA. Non c’è un giorno da perdere – conclude Fiocchi – se necessario utilizzare anche l’Esercito come già testato in Belgio e Cecoslovacchia”.

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