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Giustizia, tutela delle libertà fondamentali, certezza della pena e stato di diritto di scena alla Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia per discutere di una riforma del Csm del tutto inadeguata e dell’uso politico della giustizia, perché “pare che la magistratura in Italia sia l’unico potere che non può essere riformato”. A dirlo Carolina Varchi deputati di Fratelli d’Italia.

E l’onorevole Gianluca Vinci rilancia: “La maggioranza di governo ha trovato l’accordo su tutto, tranne che sul rapporto tra politica e magistratura nonostante sia una necessità imprescindibile”.

Durante il confronto si sono alternati al tavolo Michele Sarno, avvocato e già presidente della Camera Penale Salernitana, Giuseppe Valentino, presidente della Fondazione Alleanza Nazionale, Giovanni Doria docente di diritto privato dell’Università di Tor Vergata e Francesco di Ciommo docente di diritto privato alla Luiss che hanno ribadito come quella della giustizia sia “una riforma necessaria e urgente dalle innumerevoli criticità irrisolte ed affrontate nei 25 punti della nostra risoluzione. Una risoluzione che indica quella che dovrebbe essere la strada non di Fratelli d’Italia, ma di uno Stato serio e moderno che capisce che la giustizia è fondamentale per l’economia e per la democrazia di una Nazione”.

Fondamentale è riformare il CSM, la separazione delle carriere e l’eliminazione del privilegio dello stato di diritto, che oggi prevede l’assoluta immunità dei magistrati. “Sul tema della responsabilità civile – ha sottolineato l’onorevole Varchi – come possono pensare gli italiani di essere tutelati se chi li giudica è immune?” E poi ancora la discussione si è orientata sui temi dei costi della giustizia e sul referendum:”La crisi della giustizia è un dato comune, non basta un referendum, c’è bisogno di una rivoluzione e il prossimo governo non potrà più essere ostaggio di veti imposti dalla magistratura. Se la giustizia non funziona ė colpa dell’involuzione di chi è proprio il primo depositario delle funzioni, ovvero la magistratura”.

Infine, i temi legati al numero dei magistrati – lo stesso negli ultimi anni – sul fatto che i concorsi non riescano a coprire la necessità di organico: “I magistrati hanno sicuramente una preparazione di livello – ha concluso Valentino – ma che risulta astratta rispetto alla necessità reale dei cittadini: la giustizia civile ė il vero ammalato della società e bisogna puntare ad una soluzione di ampio respiro perché una giustizia male amministrata da sfiducia al cittadino”. Insomma, conclude Carolina Varchi: “Il ministro Cartabia ha fallito su tutti i fronti civile e penale, confidiamo sul tributario”.

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