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Il 21 aprile si celebrerà la nascita di Roma e saranno molte le iniziative nel centro storico della città per ricordare le origini dell’Urbe.

Ma Roma  si estende molto al di là dei siti archeologici noti e se si vuole conoscere veramente la sua storia si deve ripercorrere uno straordinario e inedito itinerario nel VI Municipio, detto delle Torri.

Ho intervistato Rita Pomponio, giornalista e scrittrice,  attualmente assessore alla cultura, al patrimonio archeologico e alle pari opportunità del VI Municipio di Roma per scoprire le ricchezze storiche e artistiche di questo territorio ancora pressoché inesplorato.

D. Dott. Pomponio, il VI Municipio di Roma, chiamato “Delle Torri”  è uno dei più estesi della città, che territori comprende e che superficie occupa?

R. È uno dei Municipi più grandi di Roma. si estende per 112 Km e conta 242.000 abitanti. Comprende numerosi quartieri tra i quali Tor Vergata con il campus universitario più grande d’Europa, Tor Bella Monaca, il Borgo di S. Vittorino, San Giovanni in Camporazio dove si trova una cascata d’acqua alta 50 metri.

D. È un territorio che ha una storia molto antica, legata al periodo immediatamente successivo alla fondazione di Roma, possiamo citare alcuni fatti storici che sono avvenuti in questa area?

R. Su questo territorio nel 496 a.C. si svolse la battaglia del lago Regillo tra Latini e Romani che vide vincere i romani e iniziare la Repubblica. 

Avvenne qui anche lo stupro di Lucrezia, moglie di Lucio Tarquinio Collatino, perpetrato dal figlio di Tarquinio il Superbo, che decreto’ la fine della monarchia. 

D. Parliamo del sito archeologico di Gabi

R. In questa area si trovano le vestigia dell’antica città di Gabi, centro culturale del Lazio arcaico, dove Romolo e Remo furono mandati a studiare scrittura, musica e l’arte delle armi. Gabi era anche il centro della cultura greca, testimoniata dal ritrovamento della Venere di Doidalsas, una statua del I secolo a.C. tra le più belle al mondo.

D. Quali sono le iniziative che ha intrapreso per la valorizzazione dei luoghi di interesse storico?

R. Abbiamo deciso di installare cartelli turistici a ogni fermata della metro C che attraversa il VI Municipio. Ogni cartello racconterà la storia dei luoghi di interesse archeologico che si trovano in prossimità di ogni fermata e ci saranno anche le indicazioni di come raggiungerli. Ci è sembrato importante costruire una sorta di itinerario turistico per far conoscere questi luoghi storici anche ai romani.

Questo territorio, oltre ai siti di cui ho parlato,  vanta sei castelli, otto acquedotti romani, le catacombe di San Zotico che si estendono per oltre 18 Km, il tracciato di antiche strade come la via Gabina e la Cavona. 

D. Si svolsero in questa area anche fatti risalenti al Medioevo? 

R. Si, Le faccio due esempi: nel castello di San Giovanni in Camporazio nel 1378 si tenne l’incontro tra gli ambasciatori di Giovanna I d’Angio’ e i cardinali di Papa Urbano VI per scongiurare lo scisma d’Occidente, mentre nel castello di Lunghezza nel 1297 fu firmato il manifesto di Lunghezza, l’atto di protesta contro l’elezione di Papa Bonifacio VIII. 

D. Il Municipio ha anche un teatro, il Teatro di Tor bella Monaca, dove si svolgono importanti manifestazioni culturali. A breve ne verrà inaugurato uno nuovo, a quali eventi verrà destinato?

R. Tra poche settimane verrà inaugurata una Sala di novantasei posti dove ci sarà anche un pianoforte. Volevamo avere più spazio per gli eventi culturali del Municipio che, come dicevo prima, abbraccia un territorio antico che nasce come fulcro della cultura. Potremmo definirlo la Oxford dell’antichità per i luoghi di interesse culturale che lo hanno sempre caratterizzato: da Gabi alle scuole rurali di inizio 900 per i figli dei contadini fino a arrivare al Liceo scientifico e linguistico Amaldi, il più grande di Roma.

D. Lei otto anni fa ha istituito il premio Jean Coste, di che si tratta?

R. È un premio al quale concorrono gli studenti di scuole di ogni ordine e grado poste al di fuori delle Mura Aureliane. I ragazzi partecipano presentando un elaborato in cui raccontano la storia del territorio a sud est di Roma. L’iniziativa si ispira a padre Jean Coste , studioso del Medioevo e di topografia antica che negli anni sessanta coinvolse i ragazzi che abitavano nelle periferie, allora dimenticate da tutti, in ricerche storiche e pubblicazioni diventate poi fondamentali per gli studiosi del territorio romano.

D. L’obiettivo quindi è far conoscere il territorio ai ragazzi che lo abitano? 

R. Si, far scoprire ai ragazzi la storia del loro municipio per farli sentire parte integrante della metropoli in cui vivono. Gli immensi quartieri lontano dal centro della città non devono essere terra di nessuno ma tessuto vivo che racconta la sua storia.

Un ragazzo che cresce in periferia deve sentire di appartenere al suo quartiere e quindi a Roma, avere consapevolezza delle proprie radici che è il modo per sentirsi cittadini romani che poi significa sentirsi cittadini del mondo.

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