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“A Roma non si sta senza avere propositi cosmopoliti”. Nessuna definizione quanto quella di Mommsen spiega meglio lo spirito con cui bisogna pensare a Roma e all’intera Italia.

Ma dietro questa definizione si nasconde un pericolo, quello di dismettere la propria identità. 

A Roma invece si può essere cosmopoliti conservando la propria identità, basta volerlo e comprendere che tutto il mondo ama l’Italia per la sua identità, non investirci sopra significa produrre un danno storico e un danno materiale, entrambi incalcolabili per la nostra comunità. È quanto accaduto nell’ultimo mezzo secolo a causa di amministratori provinciali, ideologizzati o impreparati. Il Giubileo al contrario è uno di quei momenti che può al meglio valorizzare queste caratteristiche perché si profilano più identità di Roma: Capitale d’Italia, Capitale del Cristianesimo e Capitale della bellezza. Dunque Capitale della Cultura. 

L’Italia sembra non riuscire a valorizzare questa magia. Il prossimo Giubileo può essere l’occasione per ritrovare l’irrinunciabile spirito cosmopolita esaltando finalmente quel patrimonio identitario di oltre 2500 anni di storia che va reinterpretato e non solo conservato o restaurato. Non c’è alcuna contraddizione tra internazionalizzazione e tradizione.

Roma, come aveva intuito Quintino Sella, proprio perché dev’essere anche capitale della Cultura può diventare entro il 2025 sede dell’Agenzia europea della cultura. Se non Roma, quale altra città? Il  sindaco di Roma Gualtieri mobiliti il Commissario europeo Gentiloni, suo compagno di partito, al riguardo e collabori con il governo italiano per raggiungere questo obiettivo”.

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia aprendo i lavori del convegno ‘Verso il Giubileo 2025’, organizzato dalla senatrice Isabella Rauti, componente del Tavolo istituzionale per il Giubileo 2025.

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