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“L’apertura da parte del ministro Cingolani sull’ipotesi dell’accisa mobile così come richiesto da Fratelli d’Italia per arginare l’impatto degli aumenti dei carburanti, è un fatto positivo che dà atto dell’azione di opposizione costruttiva che stiamo attuando nei confronti del Governo. La riduzione delle accise e l’introduzione di una accisa mobile è una delle idee che Fdi porta avanti con convinzione da molto tempo, perché è uno strumento che può agevolare l’introduzione di un meccanismo stabile di controllo del prezzo finale dei carburanti, come peraltro riportato anche nella mozione depositata ieri a prima firma Giorgia Meloni. Una proposta, non più rinviabile, e che prevede lo ”scontrino parlante”, sul quale viene riportata la componente fiscale pagata a titolo di accisa e Iva e che rende, inoltre, pubblici gli impieghi che lo Stato fa di tale gettito permettendo quindi, una trasparenza dei prezzi, così come già viene attuato nel resto d’Europa. Il ministro Cingolani, però, sa bene che per poter attuare un meccanismo di accisa mobile non basta ridurre il prezzo dei carburanti alla pompa di 15 o 20 centesimi perché nel giro di poche ore sarebbero riassorbiti dal meccanismo del mercato regolato dal Platts di Londra sul quale il nostro Paese, tantomeno l’Europa, non ha alcun controllo. Dunque, la diminuzione dell’accisa, con contestuale diminuzione dell’IVA non potrà che essere almeno del 40% mentre l’IVA, come chiede la nostra mozione, non potrà che essere ridotta al 4%”.


Così in una nota Massimiliano De Toma, deputato di Fratelli d’Italia.

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