fbpx

“Il governo è intervenuto così frettolosamente sui balneari per neutralizzare la mozione di Fratelli d’Italia ed evitare una crisi di maggioranza tra i partiti che lo sostengono. Per riformare il settore non c’è bisogno della direttiva europea che – secondo lo stesso estensore Bolkestein- non si applica ai beni demaniali, di cui i balneari sono concessionari,  ma ai servizi. Quindi questo settore dev’essere escluso e si deve riformare aggiornando i canoni concessori, riordinando gli accessi agli arenili, riconoscendo gli investimenti effettuati e stimolandone altri, sono cose che si possono fare senza stare sotto la spada di Damocle di Bruxelles. Va bene la libera concorrenza ma a patto che rispetti tre principi cardine del libero mercato: reciprocità, equipollenza ed equità sociale. E in questo caso non ci sono. La reciprocità non c’è: nessun piccolo imprenditore balneare potrà andare mai a gestire gli arenili della Germania, visto il clima. L’equità non c’è: tra i 27 Stati europei la direttiva riguarda i sei Stati balneari dell’Unione: Francia, che ha un regime statalista, Portogallo, Croazia, Spagna, che si sono tirati fuori, l’unica che l’ha applicata è la Grecia costretta a introdurla nel 2010 dalla troika, e ora si sta obbligando l’Italia, che ha inventato il turismo balneare in virtù delle sue bellezze e grazie all’intraprendenza di generazioni di imprenditori, per fare entrare gruppi stranieri che distruggeranno questo patrimonio economico tutto italiano. Siamo all’esproprio d’impresa. Parlare di libera concorrenza come un dogma non va bene: non abbiamo abbandonato le ideologie del ‘900 per aderire fideisticamente a un’altra, quella liberista. Ci vuole pragmatismo, non dogmatismo”. E’quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia a Omnibus su la7. 

Per quanto riguarda il caro bollette e la transizione energetica, Rampelli puntualizza: “La questione energetica è strettamente legata a quella geopolitica. Ma prima di affrontare questo piano, noi nel nostro piccolo possiamo fare semplici gesti quotidiani per fare risparmio energetico. In primis, il vuoto a rendere per recuperare il vetro, visto che le fonderie chiudono per i rincari. Lo facevamo anticamente, lo fa la evolutissima Germania. Invece di lasciare accesi in stand by quattro o cinque elettrodomestici e computer per uno, a casa e in ufficio,  dobbiamo contrastare tutti gli sprechi e lavorare sull’efficienza delle reti, questo ci consentirebbe di risparmiare il 25% di energia. Praticamente sarebbe come avere un secondo giacimento di petrolio in Basilicata”.

Condividi

Facebook

NEWSLETTER

Social