“Il ministero dell’economia e delle finanze (MEF) nel rispondere in Commissione Finanze del Senato alla mia interrogazione sulla operazione Cassa Depositi e Prestiti/Autostrade Per l’Italia (ASPI), si è schierato in modo acritico e omissivo a favore dei beneficiari di questa operazione, cioè Atlantia e i suoi principali azionisti, i Benetton, contro gli interessi dello Stato, dei cittadini e in spregio alla memoria delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi.” A dichiararlo, in una nota, il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan. “Il ministero, rappresentato dal sottosegretario Cancellieri che però lèggeva un documento scritto, ha parlato di rischi legali nell’avviare la procedura di risoluzione per inadempienza della convenzione con ASPI. Come ho rilevato in sede di replica, evidentemente per il MEF non contano nulla gli atti concreti e forti già compiuti dalla magistratura nei confronti di coloro che hanno la responsabilità di quanto è accaduto. Avere trascurato gravemente controlli, manutenzione e riparazioni per fare incamerare dividendi paurosi agli azionisti Benetton, non conta nulla? Ma, anche scartata questa ipotesi, il ministero guidato da Daniele Franco ha semplicemente ignorato, oltre che il parere fortemente critico dell’avvocatura dello Stato, la possibilità assolutamente indiscutibile, di avvalersi del diritto di recesso, espressamente prevista e regolata dalla convenzione alla base della concessione ASPI. Ciò determina un vantaggio di almeno 7,5 miliardi per Atlantia, che saranno pagati per decenni dagli utenti delle autostrade, con grave danno anche alla competitività del sistema Italia. Tutto questo senza neppure il discutibile vantaggio – pur evocato – di porre sotto controllo pubblico la più grande società autostradale italiana. Infatti, al termine dell’operazione che il presidente Draghi ha ancora il potere, a mio parere il dovere, di non mettere in atto, ASPI vedrà CDP con solo il 45% delle azioni mentre il restante 55% sarà in mano a privati, in grande prevalenza stranieri, che avranno il solo obiettivo di massimizzare i profitti, come Atlantia. Non basta dunque che il ministero dell’infrastrutture per anni e anni abbia omesso controlli adeguati sul rispetto della convenzione da parte di ASPI, consentendo guadagni stellari agli azionisti, ma ora, nonostante lo sdegno suscitato dal disastro del ponte Morandi, si provvede a un ulteriore regalo di oltre 7 miliardi sempre agli stessi soggetti. Dalla risposta all’interrogazione si è anche appreso che la decisione finale potrebbe addirittura arrivare domani dal CIPESS (ex CIPE). La stroncatura da parte della Corte dei Conti dell’accordo con cui il Ministero delle Infrastrutture accolla totalmente agli utenti delle autostrade i danni causati dal crollo del Ponte Morandi dovrebbe impedirlo. Ma quando troppe strutture ministeriali appaiono impegnate nel difendere gli interessi di Atlantia a scapito di quello degli italiani, ci si può aspettare di tutto. Ho così chiesto al presidente della Commissione, Sen. Luciano D’Alfonso, di trasmettere alla magistratura, ordinaria e contabile, tutto quanto emerso nel suo lavoro su questo torbido affare, inclusa l’interrogazione di oggi e la risposta del MEF.” conclude il senatore Malan.