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“Preoccupa e deve far riflettere l’archiviazione proposta dal pm di Perugia riguardo la denuncia di una donna marocchina verso il marito, anch’egli di nazionalità marocchina, per ripetuti maltrattamenti e segregazione. Infatti, la motivazione con cui è stata incredibilmente respinta la denuncia in quanto rientrante ‘nel quadro culturale della coppia’ rappresenta un pericoloso passo indietro nell’ambito della lotta alle violenze contro le donne, ma soprattutto è un atto di sottomissione del nostro ordinamento e delle nostre leggi all’Islam, alle sue storie e tradizioni. Infatti, come si legge nell’archiviazione ‘il rapporto di coppia è stato influenzato da forti influenze religiose-culturali alle quali la donna non sembra avere la forza (sic!) o la volontà di ribellarsi’. E continuando, ‘la condotta di costringerla a tenere il velo integrale rientra, pur non condivisibile in ottica occidentale, nel quadro culturale dei soggetti interessati’. Insomma, con questa decisione si affermerebbe l’aberrante principio che se la coppia è islamica è legittimo nel nostro Paese picchiare la propria consorte. Due codici penali? Due ‘modernità’? Due pesi e due misure a seconda della fede o del colore della pelle o della provenienza geografica? Un vero obbrobrio giuridico che si è consumato nella mia straordinaria Città, dove la grande tradizione di civile inclusione degli stranieri è acquisita da anni e la istituzione “Università degli Stranieri” ne è prova e testimonianza. Come peraltro confermano anche le parole del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, che ha preso le distanze dalla decisione del pm. Un precedente grave che rischia di creare una zona franca alle violenze sulle donne laddove, appunto, queste siano malcapitate di fede islamica. In un momento in cui i femminicidi rappresentano un’emergenza, decisioni simili rischiano di vanificare quanto viene fatto dalle nostre Forze dell’Ordine e dal Legislatore in tema di tutela della donna. Sarebbe opportuno che la magistratura si limitasse ad applicare la legge, evitando di interpretarla con il rischio alla fine di aggirarla. Come purtroppo è accaduto nel caso di Perugia”.

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, coordinatore regionale di FdI in Umbria.

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