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“Si è arrivati a Draghi presidente del Consiglio in una fase di eccezionalità che, come tale, ha un tempo determinato. Da qui a rilanciare sempre Draghi come un’ulteriore eccezionalità alla presidenza della Repubblica finanche mantenendo il ruolo di Capo del governo e inaugurare un semipresidenzialismo de facto, ci passa un abisso. È davvero un’ipotesi surreale. Penso sia indispensabile che tutti si diano una calmata ad agire al di fuori del dettato costituzionale e si lavori per normalizzare la democrazia italiana. Quella di Mario Draghi infatti non è l’unico esempio di democrazia commissariata. S’iniziò nel 1993 con Ciampi che, nella fase delicata di tangentopoli, fece approvare la legge elettorale (il mattarellum appunto) e portò l’Italia al voto von il sistema maggioritario. Poi ci furono altri esempi di commissariamento politico con Dini, Monti, lo stesso Conte e ora Draghi. Se l’attuale premier vuole restare presidente del Consiglio fino al 2023 constatiamo che gode di un’ampia maggioranza, la decisione non ci compete. Se vuole continuare a esserlo anche dopo il 2023, si faccia un partito e si faccia eleggere, come fece Berlusconi perché siamo una democrazia, parlamentare ma una democrazia. Se si vuole, come noi auspichiamo, una Repubblica presidenziale si proceda con la riforma costituzionale e l’elezione diretta del Capo dello Stato. Trovo comunque irriguardoso nei confronti del presidente Mattarella questo continuo parlare del suo successore, come se il Quirinale fosse vacante. Queste discussioni dovrebbero avvenire altrove e con maggiore sobrietà”.  

È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervistato da Radio Radicale.

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