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“Per il ministero dell’Istruzione il green pass è stato come il sapone con il quale lavarsi le mani. Infatti, una volta stabilito l’obbligo della carta verde per accedere anche a scuola, la gestione è stata scaricata interamente sui dirigenti scolastici. Fratelli d’Italia aveva anticipato che ci sarebbe stato un corto circuito tra la scuola e le approssimative e non programmate misure anti covid disposte dal ministro Bianchi. Avevamo previsto inevitabili ricadute sugli alunni. Un caso fra tutti, ma certamente non l’unico, ne è la prova. A Lago, nel Cosentino, a una bimba di 7 anni è stato negato per due volte l’accesso in classe perché lo scorso agosto aveva contratto il Covid. Nonostante il tampone negativo che ne attestava la guarigione, le è stato richiesto dalla dirigente il certificato di fine quarantena. Ma neanche quello è risultato sufficiente per riammettere l’alunna che solo a seguito di un’ordinanza del sindaco è potuta tornare in classe. Peccato che a quel punto è stata lei, traumatizzata dal doppio rifiuto, a non volere più recarsi a scuola. La colpa non è ravvisabile nell’estremo zelo della dirigente ma da un sistema di gestione emergenziale – scolastica che presenta troppe lacune e deresponsabilizzazioni”.

Lo dicono Ella Bucalo e Paola Frassinetti, deputati di Fratelli d’Italia e responsabili del Dipartimento Scuola e Istruzione.
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