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La comunità italiana nel Regno Unito conta circa meno di mezzo milione di cittadini iscritti all’Aire, anche se si stima che in effetti ce ne siano circa 700.000. Della loro condizione post-Brexit, pochi in Italia sono consapevoli, eppure sarebbe estremamente urgente dar loro una mano, soprattutto a proposito dei diritti di residenza in quel paese. Il governo britannico ha deciso di non emettere più documenti cartacei o tangibili di residenza, ma solo digitali.  Anche la verifica degli stessi avviene solo in forma digitale tramite un codice che può essere usato da istituzioni bancarie, datori di lavoro e chiunque abbia bisogno di verificare che un cittadino sia in possesso della residenza. Ottimo in teoria, non poi così tanto in pratica.

Molti cittadini si sono già visti privati di diritti di base come l’ottenimento di mutui, affitti, o del lavoro da datori che non ritenevano (o non erano al corrente) di effettuare la trafila digitale. Ma c’è di più. Se un cittadino italiano legalmente residente in Gran Bretagna si recasse per esempio nel Messico, al suo ritorno potrebbe non venire imbarcato in quanto le autorità aeroportuali di quel paese non potrebbero verificare l’esistenza di un visto sul passaporto.

Questa condizione ha fatto emergere l’inadeguatezza dei servizi consolari italiani a Londra che non sono assolutamente di rispondere alle migliaia di richieste dei nostri connazionali di ottenere certificazioni per ovviare a quanto sopra descritto: con il personale ridotto all’osso e con la pandemia in corso, la mancanza di prove fisiche come una carta di residenza britannica ed il ritardo, o in alcuni casi addirittura l’impossibilità di ottenere un documento di identità italiano, rende il tutto ancora più grave e urgente.

Su questa situazione, sollecitata da Fratelli d’Italia del Regno Unito, il nostro gruppo all’Europarlamento ha rivolto un’interpellanza alla Commissione Europea sollecitandola ad esercitare tutte le pressioni diplomatiche utili a far mantenere al Regno Unito gli obblighi di rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini italiani e parimenti di tutti i cittadini europei che subiscono tale ingiusta condizione.

Roberto Menia
Responsabile del Dipartimento Italiani all’Estero di Fratelli d’Italia
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