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“Quando ci sono dei cambiamenti culturali importanti credo vadano accompagnati con prudenza e approfondimenti per trovare coesione, ed evitando che si creino altre nuove forme di discriminazione.
Nessuno vuole proteggere forme di intolleranza e razzismo – ci mancherebbe pure – ma in Italia esistono fortunatamente già da decenni delle leggi che perseguono ogni forma di violenza. Oltretutto la Costituzione italiana all’Art. 3 dichiara che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religioni, opinioni politiche. Semmai si può utilizzare l’istituzione dell’aggravante nel caso ci fossero delle violenze che colpiscono determinate categorie, in contrasto con l’Art.3.
La legge invece non parla di aggravanti ma introduce reati di opinioni. E norme simili al Ddl Zan hanno portato a casi d’intimidazione nei confronti di persone, come accaduto alla parlamentare finlandese Rasanen per aver ribadito che il matrimonio si fonda sull’unione di un uomo o di una donna o per essersi espressa criticamente verso alcuni atteggiamenti sul piano della sessualità, senza alcun legame con violenza e odio. O il pasticcere inquisito in America per non aver voluto realizzare una torta per un’unione omossessuale, o in Gran Bretagna un’associazione cristiana che promuove le adozioni solo per coppie eterosessuale è stata costretta a chiudere.
Più che opportuno quindi prendersi ulteriore tempo per poter migliorare una proposta che vada davvero a tutelare chi ne ha bisogno senza penalizzare la libertà di opinione di chi la pensa diversamente sulla famiglia tradizionale”.

E’ quanto ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, intervenendo alla trasmissione ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio1.

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