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“I segni del fondamentalismo islamico ci sono sempre e sono facilmente riconoscibili ogni volta che si consente la segregazione delle donne voltandosi dall’altra parte, perfino quando avviene negli spazi cittadini, sotto gli occhi di tutti, come è avvenuto con il Ramadam. Come quando, in spregio alla legge sulla riconoscibilità dei volti, si accetta che gli uomini musulmani costringano le donne a indossare il niquab o il burka, in ossequio a una interpretazione integralista del Corano è una visione teocratica della società che il mondo libero ha confinato nei secoli scorsi, conquistando una laicità che ora è un diritto inviolabile di ogni persona.
Questa tragedia poteva essere evitata? Nessuno potrà mai saperlo ma di sicuro lo Stato italiano deve impedire che certi dogmi generino vittime. La tragedia di Saman è il simbolo di giovani donne che aspirano alla propria libertà. Ed è questo che l’Italia deve garantire per evitare che ci siano zone di franche dove la legge del Corano cinti più della Costituzione italiana”.

È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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