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“Nel merito del basso tasso di natalità registrato in Italia, il presidente del Consiglio, Draghi, ha detto che un Paese senza figli, non crede e non progetta. Da capo del governo, allora, acceleri un processo utile a ripopolare il nostro Paese che ha tutte le ragioni per non credere e non progettare.
“Non c’è lavoro”: è la frase che potrebbe racchiudere il tutto. E invece c’è un risvolto paradossale a questa sintesi della maggiore causa di denatalità in Italia. Anche quando il lavoro esiste, è la famiglia che manca. Per famiglia s’intende quella in cui una coppia, che lavora, convive e progetta, e in quest’ottica fa figli. Ma se la coppia, causa lavoro, vive a distanza, progettazione e figli diventano un lusso che non può concedersi. E qual è quel lavoro che divide la coppia? L’insegnamento scolastico.
Si chiama ‘ricongiungimento familiare’ quello che consente a un docente di tornare a casa. Il decreto sostegni bis lo ha reso molto lontano da raggiungere nel tempo. E così abbiamo famiglie disgregate, riunite solo a Natale, Pasqua e un mese e mezzo in estate. Ma almeno avesse un senso, questa sofferta lontananza. Non c’è. Eppure basterebbe pianificare l’inserimento nelle classi secondo il bisogno effettivo. Distribuire in esse gli alunni secondo un equo numero e non ammassandoli, e questo creerebbe altre sezioni, con conseguente inserimento di insegnanti. Non ci si lamenti della mancata crescita demografica di una nazione se questa stessa non cresce nelle strategie di intervento, nella programmazione”. 
Così, Carmela Ella Bucalo e Paola Frassinetti, rispettivamente responsabili Scuola e Istruzione del Dipartimento di Fratelli d’Italia.
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