di Roberto Menia
Posticipare le elezioni dei Comites anche al fine di riformare la legge con l’introduzione del voto elettronico. Questa la proposta che ho avanzato in occasione della riunione convocata dal CGIE, dedicata al voto per i Comites previsto per il prossimo 3 dicembre ed alla ipotesi di spostarne la data alla primavera successiva.
Di certo esistono elementi di contraddittorietà nella proposta di un organo, già scaduto e prorogato, di posticipare il voto, ma vi sono condizioni oggettive che militano a favore del rinvio.
In primis, la situazione mondiale sul piano pandemico, che pare rallentare in Europa ma dilagare in Sud America, unita alle difficoltà dei nostri consolati, sotto organico di personale e fortemente rallentati anche dai lockdown, e soprattutto la riproposizione della previsione
– introdotta nel 2015 – di esercizio del voto per opzione (vota cioè chi si registra preventivamente) rischiano di portare ad una partecipazione dell’uno, due per cento (fu il 4% l’ultima volta). Che rappresentatività ed autorevolezza potrebbero poi avere questi organi?
L’obiettivo per ogni appuntamento elettorale deve essere quello della massima partecipazione e trasparenza, a partire dai Comites per arrivare alle elezioni del Parlamento.
Si tolga di mezzo dunque il principio dell’opzione, che di fatto è lesivo del principio del diritto di voto collegato alla cittadinanza, e si rinvii alla prossima primavera il voto dei Comites.
Si approfitti di questo lasso di tempo per votare in Parlamento la riforma degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero, prendendo a base il testo elaborato dal CGIE, e per sperimentare alle prossime elezioni dei Comites il voto per via telematica.
Questo voto potrebbe essere prodromico all’introduzione del voto elettronico per le elezioni politiche nella circoscrizione estero (e solo per questa) che il Parlamento potrebbe, di sua volontà, introdurre quando andrà a discutere la modifica della legge elettorale.
Si chiuderebbe per sempre il capitolo dei brogli attuati attraverso il sistema di voto per corrispondenza, fatto ormai riconosciuto e notorio, i quali hanno portato in Parlamento personaggi inqualificabili che hanno squalificato la stessa immagine degli italiani nel mondo.
Il nostro impegno è proprio quello di far rispettare i diritti e la rappresentanza e l’immagine di tutti i connazionali, ovunque essi siano.
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