“La lettera inviata ieri da Giorgia Meloni al premier Mario Draghi sulla vicenda del futuro di Open Fiber, ovvero della società italiana della rete, ha posto un problema ineludibile a tutti, pur dando atto al governo dello sforzo di chiarezza che ha avviato, ma sollecitandolo a dare risposte in tempi stretti, prima che sia troppo tardi. “Il precedente governo ha imposto ad Enel la cessione della propria quota” – ha dichiarato Alessio Butti, responsabile Media e Tlc di Fratelli d’Italia – “Se questo disegno dovesse proseguire, Enel investirà all’estero, su progetti analoghi a Open Fiber, i 2,6 miliardi ricavati dalla cessione della propria quota in Open Fiber e chissà quante altre risorse. Una situazione di estrema gravità, prima ancora che ridicola. Come pensiamo di attrarre investimenti in Italia, se scoraggiamo persino le nostre imprese ad investire nel nostro Paese?”.
“Come è noto, il governo Conte ha obbligato Enel ad assumere un impegno formale di cessione della propria quota. Cassa Depositi e Prestiti, da canto suo, ha rinunciato ad esercitare l’opzione di acquisto della quota di Enel. Ma ora deve esprimere il gradimento all’ingresso del fondo Macquarie che rileverebbe la quota Enel in Open Fiber. “Il governo ha ancora strumenti e, spero, anche volontà per impedire che ciò avvenga. Può e deve tutelare asset industriali e di mercato italiani, che sotto il controllo pubblico e che sono di così riconosciuto successo – ha proseguito Alessio Butti – ma nel caso in cui la slavina delle scelte scellerate avviate dal precedente governo fosse inarrestabile, e l’attuale vertice di Cassa Depositi e Prestiti in scadenza dovesse confermare, allora al governo non rimarrebbe altra scelta che esercitare senza ulteriori indugi il Golden Power, a cui è ricorso anche in casi di gran lunga meno rilevanti”.
“La rete deve essere nazionale e sotto il controllo pubblico e con un modello “wholesale only”, che separa il gestore della rete dai servizi offerti – ha concluso Alessio Butti – per tutelare la competizione tra i player di mercato del settore ed assicurare servizi di qualità e convenienza ai consumatori, come ci chiede l’Europa”.