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di Francesco Braga, responsabile Circolo Canada 1 di Fratelli d’Italia

Io sono un Italiano residente all’estero, da sempre iscritto AIRE.  Seguo la vita politica Italiana, pago IMU e TASI. Di fatto pero’ la mia Patria non si sforza per permettermi di esercitare il mio diritto costituzionale di voto. Ma come, direte voi, non c’e’ la Circoscrizione Estera?

Certo che c’e’, ma solo per le elezioni per Camera e Senato e i referendum, non per le amministrative.  Per queste ultime mi arriva per posta un fogliettino giallino in cui il Comune di Legnano, il comune di mia iscrizione AIRE, mi ricorda la data delle elezioni e mi ricorda che ho diritto al libero passaggio FFSS dal confine al seggio, in seconda classe naturalmente.

Non vorrei pensaste: “cosa vuole questo, volare in Business Class?”  Assolutamente no.  Ci sono tuttavia soluzioni molto piu’ semplici di come funziona adesso il voto nella circoscrizione estero.  Io chiedo semplicemente di esercitare il mio diritto costituzionale di voto utilizzando una adeguata tecnologia online e di poterlo fare non solo per le politiche ma anche per le amministrative!  Voglio che il mio voto conti come quello di ogni altro Italiano, non mi va di essere un cittadino a meta’.

Come funzionano oggi le elezioni per la circoscrizione estera? Per posta arriva un plico dal Consolato di riferimento, per me Toronto. Il plico e’ naturalmente personale e contiene  le schede, un tagliando di conferma di iscrizione all’AIRE e due buste; la prima e’ anonima e serve per racchiudere le schede una volta votato, la seconda, preaffrancata, per inviare al Consolato di riferimento la busta con le schede e il tagliando di certificazione AIRE. Il Consolato poi invia a Roma le buste per lo spoglio. 

Non credete sia un meccanismo un poco farragginoso, poco sicuro? 

Ad esempio, spesso poi la busta spedita dal Consolato arriva tardi, senza lasciare il tempo necessario per restituire il voto al Consolato; capirei il ritardo se la mia famiglia fosse di recente iscrizione AIRE ma non e’ cosi’: iscritti da decenni e risiediamo allo stesso indirizzo da 20 anni; e io vivo vicino a Toronto, non in un paesino sperduto in una zona disagiata nel grande Nord Canadese dove magari la posta arriva una volta la settimna, sempre che si possa volare. Non vorrei sembrare scortese, ma l’impressione e’ che la macchina elettorale potrebbe essere organizzata in modo piu’ semplice.  Posso testimoniare che a volte le schede non sono neppure timbrate; Il modulo di autocertificazione e’ quasi una burla perche’ non prevede alcun meccanismo elettronico di verifica della firma. In pratica chi intercettasse plichi non propri potrebbe rubare il voto senza tema di essere scoperto.

Non credo sia sbagliato sottolineare come tutto questo renda il voto per la circoscrizione estera piu’ esposto a potenziali manipolazioni. 

Ma non e’ tutto. 

Non capisco perche’ il peso relativo del voto di un Italiano all’estero debba essere di molto inferiore a quello espresso nel collegio naturale in Patria. Mi spiego con pochi dati: gli iscritti AIRE sono 5.5 milioni, appena piu’ del 9% della popolazione Italiana ( e appena piu’ degli stranieri legalmente residenti in Italia). Oggi l’Italia ha 630 deputati e 315 senatori. I seggi disponibili nella circoscrizione estera sono 18,  meno del 2% del totale.  Dunque 2% di seggi per il 9% degli elettori: un voto di un Italiano all’Estero vale quindi circa un quinto dello stesso voto in Italia.  A me non semba giusto.  Capisco la dispersione geografica degli iscritti AIRE, ma questo complica ulteriormente le cose, non giustifica lo sconto di rappresentativita’. Di fatto questo sistema non incentiva la partecipazione del cittadino.

Dunque il mio voto di Italiano residente estero, iscritto AIRE, non solo vale una frazione di quello che varrebbe se facessi richiesta di votare nel mio collegio di appartenenza in Patria.  Attenzione, pero’: e’ il  diritto di votare in Patria va comunicato richiesto per lettera al Consolato di riferimento entro il 31 Dicembre precedente la data presunta delle elezioni, oppure, bonta’ loro, entro 10 giorni dalla fissazione di elezioni anticipate.  Si sa, chi dorme non piglia pesci, ma questo meccanismo e’ pura crudelta’.  E’ vergognoso. Nel complesso, purtroppo, la mia percezione e’ quella di scarsa integrita’ di processo.  In altre parole: il mio voto da Italiano AIRE vale meno e puo’ essere manipolato.  Non e’ giusto. La tentazione potrebbe essere di lasciar perdere… per dirla in modo gentile.  La sensazione di “uneasiness” (difficolta’, disgusto) cresce ancora di piu’ se poi si considera il fatto che – cortesia del governo Renzi, quello degli 80 euro per intenderci – io non posso candidarmi in Patria perche’ residente estero mentre un italiano qualsiasi puo’ al contrario candidarsi nella circoscrizione estero, oppure che per votare per le elezioni dei Comites – gli organismi consultivi rappresentanti gli Italiani residenti all’estero – sia necessario contattare per tempo il Consolato di riferimento e richiedere di ricevere la sceda elettorale che non viene mandata automaticamente.  Risultato logico: partecipazione al voto inferiore al 5%. A me sembra vergognoso per la Repubblica.  Mi verrebbe voglia di chiedere al presidente Mattarella cosa pensi di questa situazione, lui che e’ il garante della Costituzione. 

Io non voglio lasciare perdere! Chiedo sempliceente, con fermezza: “fateci votare seriamente”! 

Per cortesia non pensate: “ eccolo il solito Italiano brontolone”.  Non e’ assolutamente cosi’.

Mi spiego. Va bene che il Canada e’ avanzato, ma l’Italia non e’ da meno. Seguitemi per qualche riga, vi prego.  Io qui faccio quasi tutto per computer: dalla denuncia dei redditi, a quella dell’HST (la nostra IVA), posso investire in borsa, fare bonifici dal mio conto o trasferire soldi, posso pagare l’equivalente del bollo auto… e cosi’ via.  Da anni non ho praticamente contante in tasca, tutto si fa con carte varie o telefonini; da anni vado in banca solo per accedere alla cassetta di sicurezza.  A momenti, visto che la pandemia ha chiuso le chiese, potrei persino confessarmi online; sono sicuro che Francesco potrebbe gia’ avere pensato ad un modulo standardizzato coordinato con altre religioni, da compilarsi online in modo da sveltire la cosa. A parte quest’ultima provocazione retorica, non credo vi sara’ sfuggita la similitudine che tutto quanto io faccio in Canada si puo’ gia’ fare anche in Italia.   

Quindi? Ecco, la grande differenza e’ che io qui, a parte interagire per telefono e scambiare documenti in pdf con la Canada Revenue Agency (la nostra Agenzia delle Entrate), io posso votare per computer, almeno per le elezioni amministrative.  Basta che per tempo contatti l’ufficio elettorale di riferimento esprimendo il mio desiderio di votare online; per questa comunicazione utilizzo un protocollo online sicuro, compilo un modulo in cui riporto dati personali e il mio numero di iscrizione nelle liste elettorali, numero che mi hanno comunicato le autorita’ con la cartolina elettorale che ricevo per posta.  La mia domanda viene incrociata con le liste elettoriali e la mia registrazione viene confermata inviandomi una password ed un link per esercitare il mio diritto di voto durante un periodo di diversi giorni immediatamente precedente la data stabilita per il voto tradizionale al seggio; il mio nome viene spuntato dalle liste elettorali del seggio, cosi’ non e’ possibile duplicare il voto.  Ovvio il link e’ valido per un solo voto e si disattiva non appena espresso questo voto. 

Io e mia moglie abbiamo votato cosi’ per le ultime comunali di Guelph, dove risediamo, dall’Italia dove eravamo in ferie. Il tutto senza problemi, senza stress, in modo semplice e lineare.

Certo nel caso delle elezioni politiche, federali o provinciali, il Canada non permette il voto postale come invece fanno gli Stati Uniti secondo alcuni con un approccio approssimativo che ha potenzialmente stravolto le recenti presidenziali americane. Questo meccanismo e’ simile a quello che l’Italia usa per la Circoscrizione Estero, con problemi simili.  In Canada e’ pero’ possibile votare in anticipo alla data canonica, basta recarsi all’ “advance poll”, un seggio temporaneo presente in ogni collegio e diverso dai seggi tradizionali, dove si puo’ esercitare il proprio diritto di voto “in presenza” impegnandosi solennemente a non rivotare di nuovo al seggio normale.  Non scherzo, in Canada vale ancora la parola data.  Certo la frode e’ possibile perche’ l’esercizio del voto all’ advance poll non e’ tabulato immediatamente, dunque non si e’ “spuntati” dalle liste elettorali cartacee fornite al presidente del seggio tradizionale.  Il sistema non e’ quindi perfetto, anzi, ma la percezione e’ che i problemi siano quasi inesisenti.

Detto questo, mi sembra giusto sottolineare come un voto elettronico basato su un protocollo sicuro offra vantaggi notevoli.  Vorrei poi poter votare anche per le amministrative, senza dover prendere l’aereo per recarmi al seggio. Costo e covid 19 a parte, il tempo necessario lo renderebbe impossibile… diciamo che non sarebbe pratico e neppure razionale.  Dunque gioco forza il voto via computer date le negativita’ che caratterizzano il sistema “cartaceo-postale”. Il cambiamento e’ fattibile, sicuro, e’ meno costoso e molto piu’ semplice di quanto fatto oggi.  Poi come ignorarne il vantaggio in termini di sostenibiita’ ambientale: il voto elettronico permetterebbe una notevole riduzione delle emissioni di gas serra per voto espresso.  Un “no brainer” come dicono gli “anglos”. 

Certo pretendere tutto e subito potrebbe essere solo un “pie in the sky”, un volo pindarico.  Se come sembra verranno rimandate ancora le elezioni dei Comites dal 3 Dicembre alla primavera 2022, ci sarebbe il tempo di organizzare bene un voto elettronico: la tecnologia esiste, le liste elettorali pure, per non menzionare il serviziconsolarionline.esteri.it che suppongo potrebbe facilitare lo sforzo di modernizzazione del sistema di voto.  In Canada si dice: “If there is a will there is a way”, se c’e’ la volonta’ (politica in questo caso) si puo’ fare.  Ok, capisco la cosa non sia fattibile per le amministrative d’autunno 2021.

Sarebbe assurdo sostenere che lo sforzo di modernizzazione del protocollo di voto, che l’introduzione di un sistema globale degno del terzo millennio sia impossibile in 9 mesi… Se venisse la tentazione di calere questa carta, io vorrei suggerire sin da ora che le quattro circoscrizioni consolari Canadesi (Vancouver Toronto, Ottawa e Montreal) divengano un test di un sistema di voto online che sia poi esteso a tutti gli iscritti AIRE nel resto del mondo, a partire dalle politiche del 2023.  Vorrei anche venisse introdotta l’ l’opzione di scelta – da esercitare sempre in modo elettronico – se votare nella circoscrizione estero o nei collegio di iscrizione AIRE in Italia.  Se tutto questo sembrasse insormontabile, forse varrebbe la pena di chiedere da subito un aiuto operativo ad un commissario straordinario del calibro del Generale degli Alpini Francesco Figliuolo.  Naturalmente il circolo Canada 1 di Fratelli d’Italia si impegna sin d’ora a partecipare fattivamente a questo sforzo. 

Se invece le politiche si tenessero magari gia’ nella primavera-estate del 2022, votiamo pure per un utima volta con il farragginoso protocollo corrente.  Almeno sara’ anticipato il rinnovamento di Camera e Senato e l’inizio della ricostruzione della nostra Patria con un governo di CDX.

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