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“Siamo contrari a che gli stabilimenti di Iveco e FPT siano ceduti ad una azienda cinese come la stessa multinazionale CNH ha annunciato subito dopo la operazione Stellantis”.

E’ quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, responsabile nazionale del Dipartimento Impresa di FdI, nel corso del web meeting di FdI “Iveco, no Cina!”.

“Il 26 gennaio – sottolinea Urso – abbiamo presentato al governo un’interrogazione che, dopo due mesi, non ha ancora avuto risposta; successivamente anche Forza Italia e la Lega hanno condiviso le nostre preoccupazioni e lo stesso ministro Giorgetti ha ipotizzato l’uso del golden power. Il governo deve però rispondere in Parlamento e soprattutto deve insediare un tavolo nazionale sull’automotive che predisponga un piano nazionale strategico che utilizzi anche gli strumenti pubblici, compreso il recovery fund e Cdp, per mantenere alto il livello di competitività, produzione e occupazione in Italia, sviluppando anche le nuove tecnologiche. Si tratta anche di una questione di sicurezza nazionale perché parliamo anche di tecnologia “dual use” e perché si tratta di aziende strategiche del tessuto industriale del Paese, con imprese dell’indotto di particolare importanza. È necessario mettere in campo una politica industriale di cui lo Stato sia “stratega” a difesa degli asset del Paese, e Iveco è un’impresa strategica per l’Italia, con 5 stabilimenti e 8mila occupati diretti ma anche per la tecnologia che ha sviluppato di prim’ordine nel mondo”

“Non possiamo accettare che Iveco e FPT siano usate come pedina in un quadro di ricollocazione della finanza internazionale in Stellantis, magari al fine di aprire con un nuovo partner industriale il mercato cinese, in cui FCA e PSA hanno ancora una scarsa presenza con appena centomila autovetture o, peggio come merce di scambio, con gli azionisti cinesi in Stellantis” conclude il senatore Urso.

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