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“Il test nasale per gli alunni delle scuole primarie deve essere svolto da personale sanitario formato. Il foglietto illustrativo di una delle due case produttrici che rifornisce l’Azienda sanitaria inchioda il Presidente Kompatscher. Le modalità di prelievo, le protezioni individuali, le procedure di trattamento dei rifiuti, i criteri di conservazione dei tamponi sono rigidamente prescritte, ma con le regole dettate dall’ordinanza Kompatscher per nulla rispettate. I prelievi siano effettuati al di fuori degli orari delle lezioni. Non sono comunque gli insegnanti a doverli fare. Aule e palestre possono essere utilizzate per lo svolgimento dei tamponi, se compatibili con le indicazioni d’uso delle case produttrici, ma i prelievi devono essere categoricamente svolti da medici e paramedici e comunque solo su base volontaria. Per gli alunni i cui genitori non daranno il consenso all’iniziativa dovrà comunque essere garantita la possibilità di seguire le lezioni, posto che cacciare i bambini dalle aule scolastiche non rispetta né il diritto allo studio, né  quello sanitario. Da bocciare senza indugio la ventilata ipotesi che ai bambini possa essere fornito solo materiale scolastico (dispense) per seguire a distanza le lezioni, dato che i genitori non possono per nessuna ragione sostituirsi ai docenti nell’espletamento delle loro funzioni. Ma è necessario porre anche gli insegnanti nelle migliori condizioni possibili di lavoro, perché è impensabile che gli stessi possano essere impegnati contemporaneamente nelle aule scolastiche con la didattica in presenza e anche attraverso quella a distanza per i bambini che si vorrebbe arbitrariamente privare della possibilità di studio in seguito alla mancata adesione al test. I tamponi nasali rapidi offrono la loro miglior efficacia, non solo nel prevenire, ma anche nel tracciare l’infezione da Coronavirus, solo se fatti in maniera corretta e da personale preparato e rispettando le indicazioni del produttore, cosa che con l’organizzazione imposta da Kompatscher non accade. Altrimenti si tratta di un palliativo che non porta a nessun risultato concreto. Bene ha fatto la scuola italiana a puntualizzare questi principi inderogabili, altrettanto bene i genitori a manifestare tutti i dubbi a riguardo. Nessuno è contro il tampone come metodo di contenimento dell’infezione da Sars-Cov-2, ma è necessario che siano fatti test attendibili con metodiche professionali e prescritte peraltro dalle aziende produttrici”. 

Lo ha dichiarato il Consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì.

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