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“Rimaniamo al fianco di ristoratori e commercianti annunciando un filo diretto con le categorie e con i singoli imprenditori. Organizzeremo incontri online per raccogliere le loro specifiche richieste e portarle sui tavoli regionali e nazionali. I loro problemi sonno quelli della comunità perché il tessuto economico della provincia di Lucca è fatto di piccole e medie imprese, ristorazione e commercio sono caratterizzati da società medio-piccole che sono allo stremo da mesi” dichiarano il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, componente della Commissione Sviluppo economico, ed il capogruppo in Consiglio comunale a Lucca, Marco Martinelli. “Un comparto messo in ginocchio dalla pandemia e umiliato dai decreti Conte e Draghi. Le spese continuano a correre, ma le entrate sono a zero. Gli addetti alla ristorazione e del commercio chiedono risposte concrete e un immediato cambio di passo. Ci sono costi fissi, bollette ed affitti, che i locali, anche se chiusi, continuano a dover pagare -aggiungono Fantozzi e Martinelli- Paradossale il caso della tassa sui rifiuti: il Comune di Lucca propone ai ristoratori chiusi uno sconto sulla tariffa. Ma questo non basta: perché far pagare una tassa a imprese che sono state chiuse e che, perciò, non hanno prodotto rifiuti? Le saracinesche abbassate sono una sconfitta per le città, per il territorio. Le istituzioni si mostrano sempre più lontane dalle esigenze dei cittadini, e la Sinistra pensa allo “Ius soli”. Tremila cessazioni di attività della ristorazione, in Toscana, oltre il 30% delle attività di ristorazione non riuscirà a rimanere aperto. Basta con l’elemosina! Non daremo tregua finché non ci sarà un cambio di passo”. “L’onda lunga dei debiti porterà gli effetti della crisi economica al 2022, quando si presenterà la longa manus della burocrazia a riscuotere i debiti fiscali e le tasse rimandate. Il rischio è quello di una serie di fallimenti a catena nell’ambito della ristorazione, che a quel punto sarebbe alla mercé di affaristi e di imprenditori stranieri che farebbero perdere l’identità all’offerta enogastronomica cittadina”.
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