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L’intervista di Amedeo La Mattina

Giorgia Meloni riconosce a Draghi di avere fatto bene a nominare il generale Figliuolo, lo considera l’unico atto di discontinuità rispetto al governo Conte. Ma ora aspetta il premier su tutto il resto, a cominciare dal decreto ristori e l’eliminazione del cashback. Per la leader di Fratelli d’Italia parlare di ius soli e voto ai sedicenni è da marziani. Letta? «Garantisce lo status quo». Smentisce l’ipotesi di un nuovo gruppo europeo con polacchi e ungheresi al quale starebbe lavorando Salvini.

Con Draghi e il generale Figliuolo almeno sul piano vaccinale c’è stato un cambio di passo? «Difficile dire se c’è stato un cambio di passo, perché il grosso sta cominciando adesso. Certo avere rimosso Arcuri e averlo sostituito con il generale Figliuolo lo è stato. Ma mi sembra l’unico atto significativo. Del resto era una delle nostre principali richieste durante le consultazioni con Draghi. Parlai con lui della gestione commissariale che era piena di inefficienze ma anche di ombre. Fdi fa un’opposizione nel merito senza pregiudizi e senza sconti al governo Draghi. Serve anche qualcuno che dica chiaramente quando le cose non vanno. Su tutto il resto la discontinuità è di là da venire: c’è fortissima continuità con il governo precedente».

Ora si attende il dl Sostegno: ci sono più soldi, 10 miliardi. Bastano? «Intanto non c’è uno straccio di testo del decreto. 10 miliardi sarebbero meglio di 5, ma occorre capire se le risorse che si stanno spendendo servono a garantire la continuità delle aziende. Tutte le risorse disponibili che hai, devi metterle su questo obiettivo. Se invece ti ostini a spendere 5 miliardi per il cashback allora non va bene. Qui non siamo nelle condizioni di spendere soldi che non producono niente, che servono solo alla lotta ideologica al contante. Vedremo se Draghi accoglierà la nostra richiesta di destinare i soldi del cashback alle aziende in crisi. Mi aspetto che Draghi, che è persona seria, dia dei segnali chiari. E non stia a portare avanti misure surreali perché la maggioranza che lo sostiene glielo impone. Ho sempre detto che non puoi pensare di rimettere in piedi l’Italia con gli stessi che l’hanno distrutta».

Intanto Letta parla di ius soli, un argomento divisivo che mette in difficoltà la Lega e FI, ma potrebbe creare problemi anche allo stesso governo. Come unica opposizione FdI potrebbe averne un vantaggio. «Lo ius soli come richiamo al suo elettorato da parte di Letta mi sembra una stupidaggine. Il Pd e la sinistra sono pieni di elettori che non hanno una certezza sul lavoro, il mutuo, sul futuro per i propri figli. Non hanno come priorità lo ius soli o il voto ai sedicenni. Non è più una questione ideologica ma di avere o meno il senso della realtà. È la sinistra degli extraterrestri, verdi con le antenne che ti spiegano un mondo che non esiste e non interessa a nessuno. Sono armi di distrazione di massa. E qualcuno pensa che possa interessare a un ragazzo di 16 anni che oggi ti chiede di avere una vita normale, di poter frequentare i suoi amici, uscire, avere la libertà che a quell’età è indispensabile, il diritto di voto? C’è una generazione priva di qualunque libertà fondamentale, che ha solo il diritto di stare tutto il giorno davanti allo schermo di un computer. Questo è il problema. La sinistra non ci arriva?».

Letta è un marziano allora? «Letta è un ragazzo intelligente, non posso pensare che per lui queste siano le priorità per l’Italia. Usa armi di distrazione di massa per spostare il dibattito da temi più spinosi come appunto l’incapacità di questo governo di dare risposte sensate sulle chiusure, sul fallimento della lotta al Covid che hanno visto il Pd e la sinistra sempre al governo dall’inizio della pandemia».

Con la segreteria Letta del Pd secondo lei cambia qualcosa? Il campo della sinistra è più forte? Voi come centrodestra siete divisi tra maggioranza e opposizione… «Non oso dire se Letta rafforzi la sinistra. È persona valida, di spessore, lo conosco da anni, l’ho anche chiamato per fargli in bocca al lupo. Ma è anche il garante dell’attuale status quo, in Italia come in Europa. In particolare è molto gradito ai francesi, in una fase storica nella quale tutti sanno – non lo dico io ma la nostra intelligence – che la Francia ha un atteggiamento fortemente predatorio verso le nostre infrastrutture e le nostre aziende».

Salvini ha detto che sta lavorando a un nuovo gruppo con i polacchi e gli ungheresi di Orban. È stata invitata? «Io parlo con i polacchi ogni giorno e non mi risulta che ci sia questo lavoro in corso. I polacchi di Pis sono copresidenti del gruppo dei Conservatori europei insieme a noi e non si è mai parlato di un superamento o di uno scioglimento di ECR».

Gli eurodeputati di Orban entreranno nel vostro gruppo dei Conservatori? «Non lo so, ma Fidesz sarebbe abbastanza compatibile con il lavoro che stanno facendo i Conservatori. Le dinamiche europee sono più complesse di come le raccontiamo noi in Italia».

Non sembrano molto buoni i rapporti con Salvini da quando lei è all’opposizione e lui in maggioranza. «I nostri rapporti sono in una fase di assestamento. Io penso che un maggiore coordinamento della coalizione potrebbe aiutare a rafforzare le idee del centrodestra all’interno del governo. Purtroppo con questi numeri in Parlamento la sinistra fa la parte del leone, ma il ruolo di Fdi all’opposizione consente di rafforzare il ruolo del centrodestra. Purché loro abbiano voglia di farlo».

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