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La moka Bialetti nasce da una geniale intuizione.
Alfonso Bialetti era emigrato in Francia, dove aveva lavorato in una fabbrica di alluminio come fonditore.
Nel 1918 ritorna in Italia a Crusinallo, sul lago d’Orta, dove apre un’officina per la progettazione e produzione di semilavorati in alluminio.
Un giorno osserva la moglie che fa il bucato mettendo gli indumenti da lavare, l’acqua e la liscivia in un pentolone con un tubo cavo. L’acqua bollente che sale lungo il tubo e ridiscende sul bucato gli fa venire in mente che quel sistema può essere usato per fare il caffè. Pensa a uno strumento maneggevole ma anche elegante e decide di realizzarlo in alluminio, metallo che assomiglia all’argento che riveste gli oggetti esposti nelle case dell’alta borghesia.
Nella sua officina inizia così a produrre la caffettiera a base ottagonale che cambierà per sempre il rito del caffè in Italia.
L’espresso infatti fino a allora si consumava in pubblici esercizi mentre con l’invenzione della moka si diffonde l’abitudine di prepararlo a casa e consumarlo prima di andare al lavoro.
Una rivoluzione nelle abitudini quotidiane degli italiani.
La moka di Alfonso Bialetti ha un successo immediato e fino al 1940 l’officina produce ogni anno diecimila caffettiere che il geniale artigiano, orgoglioso del suo prodotto, va a vendere personalmente nelle fiere e nei mercati.
Durante la seconda guerra mondiale Alfonso è costretto a chiudere l’officina e a imballare i macchinari per salvarli mentre infuria il conflitto.
Finita la guerra il figlio Renato decide di riprendere la produzione, rimette in funzione i macchinari e negli anni cinquanta costruisce una nuova fabbrica che arriva a produrre diciottomila caffettiere al giorno.
Nel 1953 Renato inizia a esportare la moka all’estero e crea il simbolo della Bialetti: l’omino con i baffi, ovvero l’immagine stilizzata del padre, che lancerà il prodotto in tutto il mondo.
Investe molto in pubblicità e affida alla popolare trasmissione “Carosello” la diffusione dell’immagine dell’omino con i baffi con il dito alzato per ordinare il caffè.
La caffettiera a base ottagonale diventa espressione del miglior artigianato italiano tanto da essere esposta alla Triennale di Milano e al MoMa di New York.
Nel 2010 Bialetti lancia “I caffè d’Italia” capsule in alluminio, contenenti ognuna sette grammi di caffè, come previsto per l’espresso italiano, che interpretano i gusti delle diverse città italiane.
L’idea verrà ripresa cinque anni dopo da Nespresso che lancerà le capsule “ Palermo” e “Milano”.
Nel 2016 Bialetti produce la prima moka che può essere utilizzata su piani a induzione unendo due materiali: l’acciaio della caldaia e dell’imbuto e l’alluminio per il coperchio e il raccoglitore, lo stesso alluminio che da sempre forma la struttura resistente della macchina inventata da Alfonso Bialetti cento anni fa.
La Sovrana Bellezza siamo noi.

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