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Raramente si era vista una sciatteria tale nell’uso della lingua italiana, dimenticata, storpiata, maltrattata dagli organizzatori dei mondiali di slittino tenutisi in Alto Adige.

Ho presentato un’interrogazione urgente alla Provincia e scriverò ad ore anche al Presidente della Federazione italiana sport invernali, a quello della Federazione internazionale slittino (FIL) ed a quello del Coni. Sono sconcertato.

Nelle due tappe di Coppa del Mondo di slittino su pista naturale che si sono svolte in Alto Adige nelle scorse settimane la comunicazione in lingua italiana era praticamente assente. Sul podio anche le location ospitanti due manifestazioni di richiamo internazionale erano indicate solo in tedesco (Laas e Passeiertal). E sul sito della Federazione i nomi delle località sono ripresi solo in lingua tedesca. La misura inizia ad essere colma. Oltre al marchio ombrello Alto Adige, esposto in ogni angolo delle piste ghiacciate unicamente nella lingua tedesca. Una regia dietro a tutto questo, o semplice ignoranza?

Due eventi peraltro ben organizzati, il primo in val Passiria ed il secondo a Lasa. Manifestazioni che purtroppo a causa delle limitazioni imposte dalle misure di contrasto alla  pandemia si sono dovuto svolgere a porte chiuse, ma che hanno comunque avuto un buon seguito di attenzione e di pubblico a livello mediatico, non solo in Alto Adige, ma tra tutti gli appassionati dell’arco alpino. Le foto delle premiazioni degli atleti impegnati nelle gare hanno fatto il giro del web. Le vittorie della portacolori azzurra Evelin Lanthaler ed i buoni piazzamenti dei compagni di squadra Gruber e Troger non sono sfuggiti agli appassionati degli sport invernali. Come non è sfuggito al pubblico la carenza di informazione in lingua italiana.

Dietro al podio delle premiazioni, sul tabellone degli sponsor  di entrambe le manifestazioni la sola dizione in lingua tedesca delle località ospitanti i due importanti eventi sportivi, rispettivamente Passeiertal e Laas. La val Passiria e Lasa. Paese, quest’ultimo, peraltro, ben noto – con il nome italiano però – in tutta la penisola e non solo, per il suo marmo pregiato. Che in questo caso ha perso un’ulteriore occasione di promozione pubblicitaria.

I nomi in lingua italiana totalmente ignorati, come che non ci si trovasse in una terra che ha fatto del plurilinguismo la propria bandiera.  Un’offesa a tutta la popolazione italiana di questa terra che ogni giorno vede cancellata parta della propria identità. Ma anche una chiara violazione dei principi fondanti dell’autonomia di questa provincia che mai hanno previsto che la lingua tedesca possa sostituire quella di Dante.

Soprattutto laddove vi sia un consistente sostegno della mano pubblica, come in questo caso.

I due eventi risulterebbero finanziati sia dalla Regione Trentino-Alto Adige che dalla Provincia di Bolzano. In che misura lo scopriremo attraverso le interrogazioni che abbiamo già inviato e dove chiederemo anche di sapere come la Provincia giustifichi le scelte di utilizzare nel complesso una comunicazione praticamente solo in lingua tedesca in ogni aspetto di entrambe le manifestazioni e come si intenda porre rimedio a questo grave danno causato all’immagine plurale dell’Alto Adige nel pubblico italiano.

Alessandro Urzì

Consigliere regionale e provinciale Fratelli d’Italia – Aanc

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