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“Dagli ultimi dati rilevati sulla quantità e la qualità del tempo passato su internet da ragazzi ed adolescenti sappiamo che, anche con la complicità del lockdown, oggi sei su dieci sono online dalle 5 alle 10 ore al giorno, una finestra temporale abbastanza grande per cedere a trappole molto pericolose e diventare vittime di sexting, grooming, cyberbullismo, violazione della propria privacy e molto altro ancora.

Rendere coscienti dei pericoli è la prima arma di prevenzione e giornate come il “Safer Internet Day” devono essere utilizzate al meglio dalle Istituzioni per informare genitori e figli sui rischi del web e fornire strumenti adatti a gestire relazioni digitali in contesti non protetti.

Con la Legge 71 del 2017 il Parlamento ha fatto un primo passo a tutela dei giovani fruitori di internet, ma la rete si evolve e cresce molto più velocemente di chi legifera e oggi occorre scrivere delle regole per un controllo concreto e proattivo dei contenuti pubblicati su siti e social e dell’età degli utenti, nonché inserire l’obbligo del parental control su tutti i dispositivi.

Bisogna, ancora, realizzare un meccanismo più veloce di chiusura di gruppi, pagine e post da dove emergano gravi insidie come ad esempio revenge porn, bodyshaming e challenge suicide.

Infine, gli Stati devono lavorare per superare il vincolo di web “senza confini” che rende a volte il cybercrime un reato immune alla giurisprudenza ed alla giustizia.”

Così in una nota Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale del dipartimento tutela Vittime di Fratelli d’Italia, nella Giornata mondiale per un Internet più sicuro.

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