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Nel 1898 a Rosburgo, che oggi si chiama Roseto degli Abruzzi, Luigi Verrigni fa il trasportatore tra l’Abruzzo e la Campania, durante i suoi viaggi decide di provare a produrre pasta: macina il grano a pietra, utilizza l’acqua del Gran Sasso e fa essiccare la pasta all’aria sulle canne di bambù. Il risultato è un prodotto di altissima qualità che conquista le famiglie nobili d’Abruzzo e in breve la fama della pasta prodotta da Luigi varca i confini abruzzesi e si diffonde in altre regioni italiane. Aumenta la richiesta del prodotto e il figlio di Luigi, Gaetano, per incrementare la produzione, introduce per l’essiccazione della pasta camerini ventilati a temperatura costante. L’azienda si espande e negli anni 60 si dota di macchinari adeguati a una produzione più vasta. Il figlio di Gaetano, Luigi, trasferisce l’attività, situata nei locali sottostanti l’abitazione della famiglia, nella zona industriale di Roseto, per dare spazio ai voluminosi impianti per la lavorazione della pasta. Verrigni in quel periodo produce per altri, Harrod’s a Londra, con il proprio marchio vende la pasta prodotta da Verrigni.
Negli anni 90 il figlio di Luigi, Gaetano che prende il nome del nonno, incontra Francesca Petrei Castelli che si è appena laureata in giurisprudenza. Francesca è bella, brillante e piena di idee, Gaetano la porta a visitare l’azienda di famiglia e lei ne resta affascinata, la produzione di quell’alimento antico, che da secoli rappresenta l’Italia, la conquista per sempre.
Nel 1995 Gaetano e Francesca si sposano e qualche anno dopo prendono la guida dell’azienda.
Decidono di produrre soltanto con il loro marchio al quale danno una veste sobria e elegante e Francesca inizia una collaborazione con il dott. Mauro Febbrari, conosciuto come il nutrizionista degli chef, che le suggerisce metodi di lavorazione innovativi studiati per consentire alla pasta di valorizzare tutti i suoi principi nutritivi. Puntano tutto sul grano italiano, a lungo trascurato dai produttori di pasta in favore di tipi di grano di altri Paesi più facili da lavorare ma di minore qualità e privilegiano il grano locale in quanto non trattato, non trasportato e quindi privo di conservanti.
Nel 2006 al Salone del Gusto di Torino a Gaetano viene l’idea di trafilare la pasta in oro. Le prove effettuate nello stabilimento danno un risultato sorprendente: una pasta che aderisce in modo impeccabile al condimento.
Nel 2009 Verrigni lancia la pasta trafilata in oro, un’esclusiva assoluta che conquista subito gli acquirenti più esigenti: il metallo più prezioso per un prodotto di qualità eccelsa.
Gaetano e Francesca fanno un ulteriore passo avanti: riducono al minimo la meccanizzazione della produzione, adottano l’essiccazione a bassa temperatura all’interno di camerini mobili per rispettare i tempi di fermentazione.
Nel 2011 nasce la linea Verrigni-Valentini, realizzata con il grano prodotto da Francesco Paolo Valentini a Loreto Aprutino, vicino a Perugia. Il nuovo prodotto ha una confezione con il tricolore e l’etichetta che illustra come l’alimento sia ottenuto in Italia con grano esclusivamente italiano.
Nel 2014 Verrigni produce uno spaghetto dalla forma trilobata che aumenta la superficie esposta all’acqua consentendo una cottura veloce, lo spaghetto “al volo” impiegato soprattutto nell’alta ristorazione, dove la qualità del cibo deve coniugarsi con la velocità del servizio.
Verrigni è la pasta prediletta da cuochi come Massimiliano Alajmo, Pino Cuttaia, Claudio Sadler, Giulio Terrinoni, Moreno Cedroni.
La pasta dello stabilimento di Roseto degli Abruzzi nei suoi formati inediti e nelle eleganti confezioni con il marchio rosso scuro viene venduta nei negozi di alta gastronomia negli Stati Uniti, in Spagna, in Francia, a Hong Kong e Londra.
Ma Verrigni, instancabile innovatore, sta già lavorando a un nuovo progetto: la pasta della salute, un omaggio a Mauro Febbrari e alla eccellenza della pasta che è l’emblema dell’Italia.
La Sovrana Bellezza siamo noi.

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