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di Giorgia Meloni 

In queste ore il governo incassa l’ennesima fiducia della maggioranza Pd-M5s sulla manovra economica, provvedimento che Fratelli d’Italia ha provato a migliorare con proposte puntuali e precise in commissione bilancio, ma che il governo ha cestinato. E come già accaduto in passato anche questa misura dei giallorossi tradisce una caratteristica che appartiene da sempre al Conte 2: ci troviamo di fronte al governo più a sinistra della storia d’Italia, che non mette sullo stesso piano i lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. A dirlo non sono solo le norme contenute in questa legge di bilancio ma la visione che si cela dietro ai provvedimenti varati dall’inizio dell’emergenza Covid ad oggi e che tradisce la tendenza a considerare figli di un Dio minore i professionisti, le partite Iva, le Pmi. Anche in questo contesto, Fratelli d’Italia, con coerenza e ostinazione, ha continuano a battersi come sempre nel tentativo di affermare un principio di giustizia sociale: non esistono lavoratori di serie A e di serie B. Abbiamo presentato in ogni sede e in ogni occasione dei provvedimenti e delle proposte per riconoscere ai lavoratori autonomi le tutele che meritano, nell’ottica di arrivare al risultato di un ammortizzatore unico e universale. La risposta negativa del governo è stata finora inequivocabile ma di certo non ci scoraggia. E qualcosa, seppur piccola, si muove. Prima di tutto sul fronte dei contributi previdenziali: grazie all’azione congiunta di Fdl e di tutto il centrodestra, malgrado le resistenze del governo, è stato approvato un emendamento per istituire un fondo di un miliardo per consentire l’esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali da parte di lavoratori autonomi della Gestione separata e professionisti ordinistici che hanno subito un consistente calo del fatturato in questo terribile anno. Su questo ovviamente Fratelli d’Italia continuerà a lavorare per eliminare il minimo contributivo Inps per artigiani e commercianti, almeno per quelli maggiormente danneggiati dal Covid-19. È c’è un altro emendamento che purtroppo il governo ha depotenziato di molto ma che per noi rappresenta l’apertura di una breccia nell’impostazione culturale stessa dell’Esecutivo e della sinistra ed è quello che riguarda proprio le tutele dei lavoratori autonomi. In commissione bilancio Fdl, infatti, aveva presentato una proposta che preveda per il 2021 l’istituzione per commercianti, artigiani e per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata, di un’indennità mensile pari all’8o% del reddito da lavoro autonomo conseguito nel 2019 su base mensile, per un massimo di 1.200 euro al mese, a condizione che, nel mese precedente a quello di richiesta, l’ammontare del fatturato risultasse inferiore di almeno il 50% rispetto a quello del corrispondente mese dell’anno 2019. Una terza condizione, verificabile a posteriori, prevedeva che, nel 2021, non si sarebbe dovuto registrare un reddito superiore a 10 mila euro. Purtroppo questa proposta di buonsenso non è stata accolta e il governo l’ha stravolta giocando al ribasso. Ed è stato approvato un testo che prevede un intervento insufficiente in favore delle partite Iva. 

II governo ha ristretto la platea dei beneficiari precludendo l’indennità ad artigiani e commercianti e ha imposto limiti di reddito e riferimenti senza senso. Prerequisito per avere l’indennità, infatti, è aver dichiarato nell’anno precedente a quello di richiesta un reddito non superiore a 8.145euro oltre ad aver registrato un calo del fatturato superiore al 50%. Paletto insensato per un’indennità che dovrebbe sostenere il lavoratore autonomo nel momento della difficoltà economica; è come riconoscere l’assegno di disoccupazione l’anno successivo a quello in cui si è perso il lavoro, o la Cig l’anno seguente alla messa in cassa integrazione del dipendente, previa verifica del livello del reddito dell’anno precedente. Fratelli d’Italia non può considerare questi provvedimenti un successo ma pur nella loro inadeguatezza rappresentano un primissimo passo nella lunga battaglia che portiamo avanti da anni a favore dei lavoratori autonomi. Abbiamo centrato un obiettivo che, seppur minimo, può essere la premessa di una grande rivoluzione sociale ed economica: per lo Stato i lavoratori devono essere tutti sullo stesso piano e a loro vanno riconosciute le stesse tutele e garanzie. Non ci fermeremo: un varco è stato aperto e oggi è più vicina la vittoria in questa battaglia di civiltà. Non solo a tutela del mondo delle partite Iva, ma anche e soprattutto per tutelare il nostro tessuto produttivo durante questa tempesta economica e sanitaria che si è abbattuta su tutti noi. 

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