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Nel giorno in cui in Parlamento si svolgono le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in vista del Consiglio europeo che dovrà procedere alla riforma del Mes, i parlamentari di Fratelli d’Italia portano in scena all’esterno di Montecitorio una finta asta per lanciare l’allarme sul rischio di una svendita degli asset italiani.

La protesta in piazza scatta dopo il voto in Aula: i grillini votano insieme al Pd e dicono sì alla modifica del trattato sul Fondo Salva Stati, tradendo il loro impegno elettorale. Nell’intervento in Aula il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva rivolto un ultimo appello ai deputati Cinquestelle: “Il M5S può ancora decidere da che parte stare. A loro dico: non abbiate paura delle conseguenze di una scelta coraggiosa che reputate giusta. A chi agita lo spauracchio delle elezioni anticipate dimostrate che non siete in vendita. Vi ricordate i raduni oceanici del Vaffa day? Oggi può essere il più grande Vaffa day. Aiutateci a mandare al diavolo i venduti, gli intrighi di palazzo, i servi che barattano la loro libertà per un misero tornaconto. Ci sono occasioni che non hanno prezzo, non scegliete di nuovo Mastercard”. Concluso il dibattito in Aula, e dopo che il Governo ha ottenuto l’ok della sua maggioranza, la protesta di FdI si sposta all’esterno al Palazzo, dove prende il via l’ironica asta con tanto di banditore.

“Benvenuti a questo imperdibile evento, l’asta fallimentare dei beni italiani. Oggi il Parlamento vota la riforma del Mes che renderà la ristrutturazione del nostro debito una roba da lacrime e sangue. Abbiamo voluto anticipare le intenzioni del governo e svenderemo, in cambio di qualche poltrona, i beni della nostra Nazione. Ringrazio i generosi sponsor dell’evento: Zingaretti, Conte, Di Maio, Renzi, Casaleggio Associati e tutto il gruppo del M5S. Possiamo cominciare: venghino signori, venghino! C’è posto per tutti”, apre le danze il battitore.

I beni messi in palio sono rappresentati da un oggetto e ognuno ha una base d’asta in poltrone, che oscilla tra 5 e 10 poltrone. Dal salvadanaio a forma di maialino che rappresenta i risparmi degli italiani al modellino di un treno ad Alta velocità per le infrastrutture (strade, porti, aeroporti, ferrovie); dal secchiello per le bellissime spiagge italiane ad un libro di testo e ad uno stetoscopio per la scuola e la sanità pubbliche. Il più gettonato è il lotto sui beni culturali: Colosseo, Torre di Pisa, Duomo di Milano. Tra gli ultimi beni messi in vendita: le case degli italiani, il futuro dei figli e delle nuove generazioni. Mentre il battitore mandava all’asta un bene dopo l’altro, i deputati di Fratelli d’Italia con le magliette “M5S=MES” si sfidavano a rilanciare con in mano delle goliardiche banconote stampate per l’occasione con il volto di Di Maio e le poltrone con il simbolo dei Cinquestelle: «Offro cinque poltrone»; «Tre task force»; «Due ministeri»; «Offro un Rocco Casalino». E così via.

Durissimo l’intervento, a margine, della Meloni: «Una finta asta di Fratelli d’Italia per denunciare l’ennesimo tradimento ai danni degli italiani, perpetrato soprattutto dal M5S, che nel suo programma prometteva lo smantellamento del Mes ma oggi vota una riforma che nel caso di accesso di uno Stato al Fondo Salva Stati comporterebbe probabilmente l’obbligo di ristrutturazione del debito, che significa far collassare le banche italiane che detengono titoli italiani e volatilizzare miliardi di risparmi degli italiani. È un tradimento indegno per chi aveva fatto promesse rivoluzionarie. Dalla sinistra ce lo saremmo aspettato, speravamo che il M5S facesse un’altra scelta, non lo hanno fatto. Si consegnano anche loro ai nemici dell’Italia, che pur di mantenere la propria poltrona vendono o svendono tutto, dalla dignità ai risparmi degli italiani».

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