L’intervista di Aldo Torchiaro
Quando lo scandalo di Cinquestellopoli ha preso forma, lei non si è tirata indietro. Giorgia Meloni è stata la prima leader politica nazionale a invocare l’attenzione delle istituzioni e della magistratura, dalla sua pagina Facebook. Con 32 deputati, senatori e due governatori di Regione che rispondono a lei, Giorgia Meloni è seguita online da un paio di milioni di follower quotidianamente. La sua Fratelli d’Italia guadagna peso secondo tutti i sondaggi, anche se crescendo, anche di recente, si e resa conto di aver imbarcato qualche personaggio poco raccomandabile. Da due mesi presiede il partito dei conservatori europei. L’enfant prodige della destra – più giovane Ministra della storia repubblicana, più giovane Vice presidente della Camera, unica donna leader di una forza politica – è stata inserita da Politico.eu nella lista dei 28 leader che maggiormente influenzano l’Europa: per l’Italia sono lei e il premier Conte. Meloni, che dopo aver smesso per anni di fumare avrebbe recentemente ricominciato con qualche sigaretta ogni tanto, rivendica l’attenzione alla trasparenza anche scagliandosi apertamente contro le ingerenze di Big Tobacco nelle scelte di bilancio. Ed è entrata di peso nella vicenda Casaleggio – Philip Morris, sulla quale invita ad indagare, per vederci chiaro.
Fratelli d’Italia cresce. C’è anche qualche crisi di crescita, ad esempio con la selezione della classe dirigente sul territorio? «Sono molto orgogliosa dei risultati e della classe dirigente di Fratelli d’Italia. Abbiamo gruppi parlamentari sia alla Camera che al Senato e anche in Europa che tutti ci invidiano per compattezza e competenza, due governatori di Regione seri e affidabili e migliaia di amministratori locali molto capaci. Certo, crescendo può capitare di incappare in qualche personaggio meno trasparente, ma quando capita noi non ci facciamo scrupoli; chi pensa di utilizzare FdI per perseguire scopi illegali o non trasparenti sappia che questa non potrà mai essere casa sua. Non ho visto la stessa chiarezza e trasparenza da parte di molti altri, e non ho visto da parte di certa stampa, soprattutto del servizio “pubblico”, l’accanimento avuto con noi».
Formazione e selezione della classe dirigente sono punti deboli dei partiti. E l’altro vulnus è quello del finanziamento della politica. La demagogia dei populisti non ha aiutato. Qual è la sua ricetta? «Il problema dell’Italia è questo sistema ibrido per il quale da una parte abbiamo abolito il finanziamento pubblico e dall’altro abbiamo consentito il finanziamento da parte dei privati, ma se uno decide di finanziare un partito secondo le regole viene demonizzato. Mi auguro che quando sarà finita la stagione della demagogia pentastellata, puntualmente smentita da vicende come l’ultima, si potrà tornare a ragionare di un argomento fondamentale per il futuro della nostra democrazia».
Quando ha letto la nostra inchiesta su Philip Morris e Casaleggio cosa ha pensato? «Ho trovato bizzarro che la Casaleggio Associati e dunque la casa madre del Movimento cinque stelle possa aver incassato milioni di euro dalle lobby del tabacco per quelle che potremmo definire delle “consulenze” e che contestualmente in Parlamento i grillini abbiano presentato provvedimenti per tagliare pesantemente le tasse sulle sigarette elettroniche (prodotte in gran parte proprio dalla Philip Morris). E credo che i 5 stelle debbano chiarire su quanto scritto dal vostro giornale: ho sempre detto che il M5S era tutto fumo ma essere pagati dalle lobby del tabacco è un’altra cosa…»
C’è chi pensa che se al posto di Casaleggio e M5S ci fossero stati altri soggetti, la scure della magistratura avrebbe colpito subito e con durezza. «Da parte mia continuo ad avere rispetto e fiducia nel lavoro della stragrande maggioranza dei magistrati italiani. Mi pare che la Procura di Milano abbia aperto un’inchiesta per accertare la natura delle consulenze che la Casaleggio Associati ha fornito negli ultimi tre anni a Philip Morris. Aspettiamo l’esito dell’indagine. Mi viene però da fare una considerazione: se Casaleggio junior e i suoi collaboratori fossero stati esperti di chiara fama nel campo del tabacco e della tecnologia connessa alla combustione, tanto da poter ottenere parcelle così elevate, allora non ci sarebbe stato nulla di male. Nessuno ha mai saputo di questa specifica competenza e preparazione. Allora viene il sospetto che quegli importi possano essere stati un modo per oliare gli ingranaggi di chi ha un chiaro e diretto collegamento con il M5S, partito di maggioranza e di governo. Fosse successo a un qualsiasi partito di destra una cosa del genere sarebbero già fioccati avvisi di garanzia, arresti, perquisizioni e sarebbe partita la solita grancassa dei media di regime. Ma forse quella strana immunità di cui storicamente gode la sinistra al governo sì estende anche ai partiti che governo insieme alla sinistra».
Lo scandalo è enorme, chi ha interesse a insabbiarlo in fretta? «Non so se vi sia qualcuno che abbia un interesse privato a far calare il silenzio sul caso. Certo non noi che infatti abbiamo chiesto chiarezza. Detto ciò spetta alla magistratura accertare se siamo in presenza di un uso privato delle Istituzioni. Però devo constare il forte imbarazzo non solo da parte di Casaleggio jr ma di tutti i vertici del M5S inchiodati per l’ennesima volta alle loro contraddizioni».
L’attività delle lobby in Parlamento va normata? E come? «lo non criminalizzo la rappresentanza di interessi. È normale e legittimo che le aziende, le associazioni di categoria, i sindacati e tutti gli attori pubblici e privati rappresentino al meglio i loro interessi e quelli dei loro associati. È un’attività che deve essere regolamentata sempre meglio e in maniera trasparente. Meno opacità c’è e più la responsabilità delle scelte politiche sarà in capo alla classe politica. Ma gratuitamente ognuno e libero di sposare le scelte più vicine alle proprie posizioni politiche, un altro conto è se ti pago per cambiare delle leggi. Questo, nel nostro sistema attuale, non può essere accettato».
Come si possono recuperare adesso le risorse che servono per la sanità? Abbiamo capito che, anche usciti dalla crisi covid, è un capitolo su cui investire. «Va fatta una premessa. La politica dei tagli e dell’austerità imposta all’Italia dai tecnocrati europei e appoggiata dai governi della sinistra ha duramente colpito il comparto della sanità. La pandemia ha messo a nudo, oltre l’impreparazione del governo ad affrontare un’emergenza, la debole del servizio sanitario. Come si recuperano le risorse? Innanzitutto eliminando gli sprechi, tagliando gli stipendi dei manager ed effettuando una vigilanza sulle procedure d’appalto. Ma credo sia un problema di priorità nelle scelte di governo. Le faccio un esempio: il reddito di cittadinanza è la misura bandiera dei governi Conte. Ecco, sa quanto ci costeranno fino al 2021 i navigator? 180 milioni di euro. Ecco, magari quei fondi potevano essere utilizzati per assumere medici, potenziare la rete ospedaliera».