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L’intervista di Vincenzo R. Spagnolo

«Al presidente del Consiglio chiedo ancora una volta di prendere in considerazione le nostre proposte, finora ignorate. E di smetterla di guardare la curva dei sondaggi e iniziare a pensare a quella dei contagi, per evitare guai peggiori all’Italia…».

Mentre la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni parla al telefono con Avvenire, su siti web e agenzie campeggia come prima notizia l’allargamento delle zone rosse regionali deciso dal governo, con l’inclusione di Campania e Toscana.

Il governatore dem De Luca invita il governo ad andare a casa. Vista dall’opposizione, la diatriba quali pensieri le suscita? «Mi fa arrabbiare parecchio. Anche se loro lo chiamano diversamente, si sta arrivando a un nuovo lockdown del Paese. Si sarebbe potuto evitare se d’estate il governo si fosse occupato di allestire contromisure per la prevedibile seconda ondata. Mentre noi parlavamo di Covid, loro ci davano degli “irresponsabili” e discettavano di legge elettorale…»

Insomma, concorda con De Luca sulle dimissioni del governo? «Secondo me dovrebbe andare a casa anche lui».

Perché? «Doveva fare l’attore, non il presidente di Regione. Se, mentre montava l’emergenza, avesse impiegato per allestire terapie intensive e posti letto le stesse ore dedicate a ridicoli monologhi su Facebook, forse la Campania sarebbe ora a ben altri livelli sanitari. Invece, per curare un malato di Covid in Campania servono 73 mila euro, in Lombardia 5 mila. E De Luca dovrebbe risponderne e fa scaricabarile sul governo. Ma chi ci casca?»

Al premier Conte lei dice: no a inviti di cortesia, sì a collaborazione su questioni concrete. «Siamo sempre stati a disposizione dell’Italia. Lo sto ripetendo dall’inizio dell’emergenza. E non sono chiacchiere: abbiamo avanzato centinaia di proposte, tutte scartate dalla maggioranza. Pensi che, nell’unica convocazione della “cabina di regia” per il Cura Italia, le portammo già in veste di testi legislativi. E anche adesso, per 10 giorni abbiamo ascoltato in piazza le richieste delle categorie più colpite dalla crisi. E abbiamo cercato di trasformare quella rabbia, convogliandola in proposte di buonsenso».

Quali, ad esempio? «Nel dl Ristori, suggeriamo di allargare i contributi previsti a tutte le attività con calo di fatturato oltre il 33%. E gli ammortizzatori sociali debbono valere pure per i lavoratori autonomi, con le stesse regole e gli stessi importi. Bisogna dare un segnale chiaro a persone e imprese: resistete, perché lo Stato vi sostiene».

E questo segnale ancora non c’è? «No. E si rischia di veleggiare verso un disastro. Per non parlare delle contromisure sanitarie: perché non mettere in sicurezza gli anziani, con reti di assistenza domiciliare? E perché non si stila un protocollo sanitario nazionale per i medici di base sulle cure per chi sta a casa? E perché nessuno ha pensato di inviare un saturimetro a ogni famiglia italiana?»

Le proteste di piazza, cavalcate da facinorosi di estrema destra ed estrema sinistra, la inquietano? «Distinguo fra le azioni fomentate da elementi violenti, che il Viminale può identificare e arrestare, e il malessere montante delle brave persone, che non può essere ignorato. Noi quel malessere lo stiamo ascoltando. E il governo?»

Sullo scostamento di bilancio Fdi «non voterà a scatola chiusa». Cosa chiedete? «Abbiamo già votato 80 miliardi di euro di scostamenti, in buona parte dilapidati. E siccome per ogni scostamento indebitiamo figli e nipoti, allora io non sono disponibile a farlo se non so cosa si farà con quei soldi pubblici: se debbono finire in monopattini, allora no».

Guardando agli Usa, ora che Trump ha perso le elezioni, il trumpismo è al tramonto. Non crede? «Intanto, che ha perso dovrà stabilirlo la Corte suprema. Ciò detto, il trumpismo è vivo e vegeto, così come il sovranismo, che risponde a giuste istanze di difesa di interessi e valori della propria nazione. Oggi Macron si esprime contro l’islamizzazione dell’Europa, io lo dico da 10 anni e sono stata tacciata di razzismo. La sinistra ci etichetta coi peggiori epiteti pur di non confrontarsi nel merito dei problemi: se diciamo che i flussi migratori vanno controllati, ci chiamano xenofobi; se diciamo che l’utero in affitto è una pratica incivile, siamo omofobi; se chiediamo di andare ad elezioni, siamo fascisti. Ormai, per una sinistra senza argomenti, l’unica è dipingerci come mostri per scappare dal confronto».

Ma con Forza Italia il governo dialoga. O no? «Macché, è solo una tattica. Altrimenti, avrebbero fatto passare qualcuna delle loro proposte. Invece no. La verità è che il centrodestra è compatto. Loro provano a dividerci, ma senza riuscirci».

Intanto, stando ai sondaggi, Fdi cresce e lei stessa, per l’istituto Emg, supererebbe in popolarità il premier Conte. La lusinga? «Non sono tipo da lusinghe, sto coi piedi per terra. Ma mi fa piacere che gli italiani comprendano la qualità delle nostre proposte politiche. Proprio mentre c’è chi continua ad accusarci di ogni cosa: dai naufragi in mare alle assurdità dei no-mask. Ci dipingono come mostri, ripeto, ma la gente vede un’altra realtà. Alle critiche al governo, abbiamo sempre affiancato proposte. Conte ci ascolti, se ha a cuore il bene del Paese».

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