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Come si può parlare di bellezza in tempi così bui? Che senso ha discorrere di arte, opere d’ingegno, eccellenze gastronomiche, stilisti che ci fanno onore nel mondo quando i musei sono chiusi, le attività languono tra orari di lavoro dimezzati e coprifuoco, mentre in ogni piazza d’Italia i manifestanti protestano per la mancanza di lavoro?
Possiamo ancora parlare di ciò che ci rende unici al mondo mentre ogni giorno sfilano davanti ai nostri occhi immagini di ambulanze, interni di ospedali, sale di terapia intensiva? Mentre siamo bombardati da numeri di contagi, di ricoveri, di decessi? Quando ormai l’argomento dominante nelle rare occasioni in cui ci si incontra è il virus e le sue nefande conseguenze?
Per modificare le abitudini di un popolo occorrono anni, l’emergenza sanitaria è riuscita a farci cambiare modo di vivere in poche settimane e a imporci comportamenti in netto contrasto con ciò che siamo per natura.
Abbiamo rinunciato al contatto fisico, ai gesti di affetto, di cortesia, a riunirci.
Tutto ciò che prima era considerato disdicevole adesso diventa un atto di riguardo, addirittura d’amore: non starmi vicino, non darmi la mano, nascondi il sorriso che mi rivolgi dietro una mascherina, se mi incontri per strada cambia marciapiede.
Ci stiamo avviando alla disumanizzazione, stiamo morendo restando vivi.
E allora per difenderci non ci resta che sfuggire alla trappola, tenere accesa la fiammella della bellezza, tenere viva l’immagine della nostra eccellenza, di ciò che siamo. Parliamo di ciò che sappiamo fare, delle preziose risorse che abbiamo, facciamolo a gran voce per sovrastare il silenzio delle strade vuote, la desolazione delle saracinesche abbassate, l’assenza delle persone care, la mancanza di gesti di affetto.
Tra i danni più gravi che l’emergenza sanitaria produce c’è la perdita di obiettivi e di speranza, l’atarassia in cui non si ha più alcuna reazione emotiva ne’ verso gli altri, ne’ con l’ambiente.
Soltanto la nostra Sovrana Bellezza può salvarci, in tempi così bui è il balsamo benefico sulle ferite, la fiammella che ci scalda nel grande freddo.
La Sovrana Bellezza siamo noi.

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