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“Finalmente sono stati desecretati gli atti del Comitato Tecnico Scientifico relativi all’emergenza Covid-19, come peraltro da noi più volte richiesto.  Stando a quanto emerge dai documenti il Cts proponeva il 7 marzo di dividere l’Italia in due senza procedere per il lockdown completo dell’Italia. Il premier Conte decise due giorni dopo per la chiusura totale. La differenza tra l’Italia settentrionale e il Mezzogiorno d’Italia in termini di contagio e di letalità era evidente e pur mantenendo il divieto di passaggio tra regioni, sarebbe stato opportuno consentire ai territori immuni di riprendere le attività economiche.

Mezza Italia poteva quindi continuare a produrre, dare ossigeno all’economia, ma Conte non ha agito in questo senso, ha preferito utilizzare il Cts per cavalcare la tigre della crisi epidemica e trarne un beneficio personale di popolarità e di potere. Una narrazione che ha portato alla costruzione di quella macchina del consenso che soffiava sul terrorismo psico-sanitario. Controllare i cittadini e non disturbare il manovratore, che tutt’ora tiene in ostaggio una nazione prorogando uno stato d’emergenza dove l’emergenza non c’è…come confermato dagli esperti del Cts”.

E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.

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