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di Rocco Vazzana

«Se il centrodestra dovesse vincere le Regionali la realtà sarà sotto gli occhi di tutti. Anche del Presidente della Repubblica». Giorgia Meloni non ha dubbi, il governo Conte potrebbe essere ai titoli di coda. 

Partiamo però dai vitalizi: la Lega, che vanta due componenti su cinque in commissione Contenziosa, grida allo scandalo, così come FdI, M5S e Pd (senza rappresentanza nell’organismo). Tutti gli indizi portano dunque a Forza Italia, che in Commissione esprime il presidente e due “laici” d’area. È stato un incidente o è l’ennesima differenza tra voi e Berlusconi? «Purtroppo, c’è una vastissima area trasversale ai partiti e che investe le istituzioni, dalla Corte costituzionale in giù, che sostiene quelli che Fratelli d’Italia ritiene dei “soprusi acquisiti”: ricchi vitalizi, pensioni d’oro e privilegi vari, Politicamente il principale sostenitore di questo sistema è il Pd, ma anche con Forza Italia su questo non abbiamo marciato sempre compatti. La decisione della commissione Contenziosa del Senato è un insulto agli italiani in difficoltà, e cercheremo di correggere questa ingiustizia in tutti i modi possibili. Perché è vergognoso che in un momento nel quale ci sono milioni di italiani che non arrivano a fine mese ci sia qualcuno che difenda, ancora, e a spada tratta dei privilegi anacronistici e fuori dal tempo. Quella sui vitalizi è una decisione che si inserisce in una lunga serie di scelte che reputo assurde, che abbiamo sempre contestato ma che finora hanno impedito di approvare in Parlamento la storica proposta di Fratelli d’Italia permettere un freno alle pensioni d’oro. Non ci arrendiamo, e andiamo avanti». 

Anche sul Mes la coalizione praticamente non esiste… «Il Mes è una trappola per l’Italia, su questo abbiamo posizioni diverse da quelle di Forza Italia ma è l’unica cosa che in questo momento, nel rapporto con l’Europa, ci differenzia da loro. Per il resto siamo uniti e l’accordo sulle Regionali e le Comunali lo conferma. Siamo una coalizione, siamo partiti diversi ma alla fine siamo capaci di trovare una sintesi». 

A differenza delle forze di governo, infatti, il centrodestra si ricompatta sulle Regionali, dove il suo partito vanta ben due candidati presidente; Fitto in Puglia e Acquaroli nelle Marche. La coalizione ha preso atto del nuovo peso politico ed elettorale di Giorgia Meloni? «Noi abbiamo sempre mantenuto fede agli accordi presi, e lavorato senza sosta per l’unità an che quando avremmo potuto rivendicare caselle e posizioni. Se oggi presentiamo agli italiani candidati unitari in tutte le Regioni chiamate al voto significa che l’alleanza è forte, solida e coesa. A differenza della sinistra, che si presenta spaccata un po’ ovunque, soprattutto dove governa, a dimostrazione del fatto che neanche loro credono nei loro governatori uscenti. Siamo fieri che in Puglia e nelle Marche, due regioni molto importanti, sia Fratelli d’Italia a guidare la sfida per la vittoria e per dare ai pugliesi e ai marchigiani il buon governo del centrodestra». 

Eppure, non è stato semplice neanche per voi trovare una sintesi in tutte le Regioni. Tuttora non è chiaro il ruolo che avrà il leghista Altieri in Puglia. In ticket con Fitto o suo vice? «Non so cosa si intenda con ticket. Abbiamo parlato dell’ipotesi che in Puglia la Lega esprima il vicepresidente in caso di vittoria. Sulla base del consenso mi sembra una cosa alquanto naturale». 

Qualche problema anche in Veneto, dove Zaia l’ha fatta infuriare per aver chiesto un impegno scritto a tutti i candidati a favore dell’autonomia. FdI non ha intenzione di sottoscrivere in maniera incondizionata una delle battaglie storiche del Carroccio? «Non mi sono affatto infuriata. D’altronde, Fratelli d’Italia ha già firmato nel 2018 un programma che prevedeva l’appoggio all’autonomia regionale e in passato la Destra ha sostenuto la devolution. Abbiamo sempre detto, però, che per noi l’unità nazionale è imprescindibile e deve essere garantita. In Veneto, abbiamo già votato per l’autonomia e siamo pronti a firmare quel programma, ma vorremmo anche che gli alleati sottoscrivessero il patto anti-inciucio. Un impegno a non fare patti con partiti diversi da quelli con i quali ci si candida. È una garanzia per tutti. Tutti sanno, infatti, che non siamo stati noi ma i Cinquestelle nel governo gialloverde ad impedire che l’autonomia andasse in porto». 

In cambio dell’autonomia lei ha chiesto alla Lega di «impegnarsi formalmente su un convinto sostegno al presidenzialismo». Le hanno risposto? «Il presidenzialismo era già nel programma elettorale del centrodestra alle politiche del 2018, è già un punto condiviso da tutti. Non credo ci siano problemi». 

Molti ex M5S stanno lasciando il gruppo per approdare alla Lega e adesso i numeri al Senato sono davvero ballerini. Se la “partita” delle Regionali finisse 4 a 2 per il centrodestra sarebbe la fine del governo Conte? «Già oggi la maggioranza che sostiene il governo è minoranza in Italia. I partiti che appoggiano Conte lo sanno bene ed è per questo che cercano in tutti i modi di rinviare le elezioni, Certo, tenteranno in tutti i modi di dire che le regionali non sono le politiche e che non è un test per il governo, ma se il centrodestra dovesse vincere la realtà sarà sotto gli occhi di tutti. Anche del Quirinale». 

È convinta che in caso di crisi si andrebbe subito a elezioni? «I partiti di maggioranza faranno di tutto per rimanere incollati alla poltrona, ma non potranno resistere per sempre. Più fanno così e più saranno invisi al popolo. E quando la democrazia arriverà – perché arriverà – gli italiani presenteranno il conto». 

Renzi ha rilanciato il patto di governo fino al 2023 per impedire a Meloni e Salvini di eleggere un Orban al Quirinale. Basterà sventolare questa paura per scongiurare le urne? «Ho detto subito quando è nato il governo giallorosso che l’obiettivo della sinistra era il Quirinale. E Renzi, ormai tra i politicanti più spregiudicati della storia d’Italia, non ha nemmeno più la decenza di far finta che non sia così. È vergognosa la spudoratezza con la quale questo signore ci dice che si è alleato con gente che gli da il voltastomaco – testuali parole – perché bisogna in tutti i modi impedire agli italiani di votare chi vogliono, altrimenti al Colle potrebbe essere eletto qualcuno non gradito alla sinistra e alla Merkel, Il mio sogno è che il prossimo Capo dello Stato sia eletto a suffragio universale dai cittadini: è una battaglia storica della Destra e Fratelli d’Italia continuerà, nelle piazze e in Parlamento, questa battaglia di sovranità». 

Perché Conte vi accusa di aver rifiutato il dialogo persino sulle misure anti-covid? «Noi? La sa l’ultima? La maggioranza ci ha fatto sapere che se Fratelli d’Italia smette di essere così dura contro la mangiatoia nella quale il governo ha trasformato il decreto Rilancio, potrebbero accogliere qualche nostro emendamento per indicare noi a chi far arrivare un bel pò di soldi. È questo il famoso dialogo con le opposizioni di cui parla continuamente Conte? Spartirsi nei palazzi i brandelli d’Italia mentre le imprese sono in ginocchio e le famiglie alla disperazione? Noi non ci prestiamo a questo schifo». 

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